Tesi sperimentale: cos’è, come scriverla, perché sceglierla
05 Agosto ore 10.53
Il momento tanto atteso è finalmente arrivato e tu sei giunto al traguardo finale: ora, dovrai solo scrivere la tesi. Dopo anni di università, avrai sicuramente maturato una propensione verso una materia o un argomento in particolare e questa è la tua occasione per approfondirlo e scrivere un elaborato personale, ben strutturato e che abbia un’ottima bibliografia come supporto. Non tutti, però, sanno che oltre alla classica tesi, c’è anche la tesi sperimentale.
Questa è una tesi di ricerca, in cui andrai a svolgere un lavoro orientato alla dimostrazione di un’idea legata ad un determinato argomento. Partirai comunque da una tesi compilativa, perché dovrai fare leva su studi già esistenti, per poi svolgere il lavoro in completa autonomia. Proprio per come è strutturata, questa è una tesi che solitamente viene scelta in contesti scientifici, in corsi di studi non umanistici. Ma, vediamo nel dettaglio cos’è, come scriverla e perché sceglierla.
Cos’è la tesi sperimentale
Nelle facoltà scientifiche e tecnologiche, la tesi sperimentale è quella che va per la maggiore. Dietro questo elaborato c’è molto lavoro, in quanto si tratta una ricerca che prevede la raccolta e l’analisi di dati, al fine di verificare un’ipotesi.
In una tesi sperimentale, l’autore progetta e conduce uno o più esperimenti, raccoglie dati attraverso osservazioni o misurazioni, analizza i risultati ottenuti e trae conclusioni basate sui dati raccolti. Dunque, la tesi sperimentale si contraddistingue, principalmente, per la sua originalità. Non puoi copiare o prendere spunto da altre tesi che magari trovi già svolte sul web. Quello che puoi fare è solo rimboccarti le maniche e proseguire per la tua strada, facendo delle ricerche approfondite sull’argomento scelto e raccogliendo tutti i dati necessari che ti serviranno per mettere un punto alla fine del lavoro. Dovrai dimostrare indagini quantitative e qualitative e utilizzerai sondaggi, esperimenti, analisi di laboratorio. Più la tua ricerca sarà affinata, più potrai avere dei risultati chiari e attendibili.
Come scrivere la tesi sperimentale
Con la tesi sperimentale, non andrai solo a raccogliere dati, ma dimostrerai le tue abilità di ricerca. Per scrivere una tesi sperimentale efficiente e ben sviluppata, dovrai seguire dei piccoli passaggi. Innanzitutto, scegli l’argomento, qualcosa che sia di tuo reale interesse, perché dovrai passare giornate a sviluppare l’elaborato, dunque deve trattarsi di qualcosa che ti sproni ad andare avanti. Dopodiché, passa alla ricerca di una bibliografia che è in grado di reggere la tua tesi. In questo punto, raccoglierai tutti gli articoli e le ricerche già sviluppate su quel determinato argomento e potrai studiarle e avere un background più chiaro. È arrivato il momento, poi, di formulare un’ipotesi.
Parti da una domanda di ricerca o un’ipotesi da testare. Questo può essere basato su questioni non risolte nel campo o su argomenti di interesse. Partendo dal materiale di ricerca già esistente, che hai raccolto precedentemente, potrai definire i risultati che vorresti raggiungere al termine del tuo lavoro di tesi. Se vuoi avere un maggiore supporto, puoi sempre chiedere aiuto o consiglio al tuo relatore, che è una figura scelta da te appositamente per questo.
Da adesso, inizia il lavoro di ricerca vero e proprio. Scegli i tuoi metodi di indagine e trova il modo per confermare o meno la tua ipotesi. Ora, sei pronto per iniziare a scrivere la tua tesi sperimentale che, in genere, si articola in cinque parti: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione, conclusione, bibliografia. La tesi è un documento importante, nella forma e nel contenuto ed è per questo che deve avere una struttura chiara e ben curata. Nell’introduzione dovrai introdurre l’argomento che tratterai nella tua ricerca, parlando delle teorie preesistenti e del perché hai scelto di sviluppare proprio questo topic. Nella seconda parte, materiali e metodi, dovrai illustrare i materiali su cui hai condotto la tua ricerca. Nella parte dei risultati, dovrai esporre i risultati ottenuti dalla tua ricerca.
Ti saranno utili grafici e tabelle per far comprendere meglio al lettore i dati che proponi e sui quali si basa il tuo lavoro. Nella quarta parte, ovvero discussione, è arrivato per te il momento di discutere criticamente sui risultati che hai ottenuto. Ricorda che sei partito da ricerche e dati già esistenti, quindi dovrai analizzare e illustrare le eventuali differenze tra quei dati e quelli che hai raccolto tu e spiegare le ragioni di queste discrepanze. Infine, è arrivato il momento della conclusione e quindi di riassumere quelli che erano i tuoi obiettivi iniziali di ricerca e i risultati che hai raggiunto.
Chiaramente, alla fine di ogni tesi, che essa sia sperimentale o compilativa, va inserita la bibliografia, che contiene tutte le fonti che hai consultato per la stesura del tuo elaborato.
Perché scegliere la tesi sperimentale: pro e contro
La tesi sperimentale ha i suoi pro e i suoi contro. In genere, potremmo dire che i vantaggi di questo elaborato c’è la creatività. Questo non può essere un lavoro scopiazzato in giro, ma deve essere frutto solo e unicamente delle tue ricerche e del tuo sudore. Potrai raggiungere un punteggio più in sede d’esame e avrai una soddisfazione maggiore nel presentarla alla commissione. Una buona tesi sperimentale può essere anche un trampolino di lancio nel caso in cui tu volessi proseguire la carriera accademica, in quanto può essere ampliata e trasformata in un progetto di ricerca che potrebbe farti vincere un concorso di dottorato.
Questa tesi ti dà modo di sviluppare le tue competenze di ricerca, di imparare a sviluppare i dati e a trovare strumenti di indagine che possano essere conformi con il tipo di ipotesi che vuoi sviluppare.
Tra gli svantaggi da menzionare, può esserci il fatto che la tesi sperimentale può essere in alcuni casi molto più impegnativa rispetto a quella compilativa. Se non hai mai fatto un lavoro di ricerca fino a questo momento, potresti sentirti confuso e con le idee poco chiare ed è per questo che è utile la figura del relatore. Anche in fatto di tempo, impiegherai molto più tempo nella stesura ma, alla fine, la soddisfazione sarà così grande che ti sentirai ripagato di ogni impegno.
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Credits Immagine: DepositPhotos / peus