Spaced Repetition: cos’è e come funziona

29 Dicembre ore 17.51

Spaced Repetition: cos’è e come funziona

Spesso, gli studenti dedicano molte ore allo studio, solo per scoprire alla fine che hanno trattenuto poco o nulla di quanto hanno letto. Questa situazione è molto comune per coloro che non comprendono il valore e il funzionamento della Spaced Repetition, un metodo di studio molto efficace e alternativo a quelli tradizionali.

Se ti ritrovi su questa pagina, è probabile che tu sia uno di quegli studenti che, nonostante abbiano letto e riletto più volte gli stessi argomenti, si rendono conto di aver in realtà solo perso tempo.

Probabilmente non sei a conoscenza del fatto che ripassare un’informazione ripetutamente durante una singola sessione di studio non è un metodo efficace per fissarla nella memoria.

Imparare e trattenere nuove informazioni è un processo complesso che richiede un approccio adeguato.

Leggere e capire un concetto non equivale a memorizzarlo a lungo termine. Il nostro cervello infatti tende naturalmente a eliminare ciò che è stato immagazzinato nella memoria a breve termine.

Memoria e breve termine e memoria a lungo termine: le differenze

Per comprendere meglio il metodo Spaced Repetition, detto anche ripetizione dilazionata, e i suoi benefici nell’apprendimento, è cruciale familiarizzare con il funzionamento della memoria umana. Analizziamo quindi come avviene la memorizzazione e perché tendiamo a dimenticare le informazioni.

Gli esseri umani possiedono due tipi principali di memoria: la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine.

La memoria a breve termine, conosciuta anche come “memoria di lavoro”, serve per trattenere informazioni per un periodo limitato.

Al contrario, la memoria a lungo termine ci permette di ricordare informazioni anche dopo molti anni.

Nel contesto dello studio, uno studente utilizza la memoria a breve termine durante la lettura e la ripetizione immediata di un argomento. La memoria a lungo termine, invece, entra in gioco quando si deve affrontare un esame o una prova, richiamando alla mente concetti e informazioni appresi durante lo studio.

Questa dinamica sottolinea un bisogno comune tra gli studenti: trasferire le informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

Questo trasferimento potrebbe sembrare un processo semplice e ovvio, ma in realtà non lo è. Dobbiamo fare i conti con una realtà spesso trascurata: la tendenza naturale dell’essere umano a dimenticare.

Cos’è la curva dell’oblio

La domanda “Perché dimentichiamo così in fretta?” è comune, specialmente in ambito scolastico. Perché le informazioni appena memorizzate sembrano svanire così rapidamente?

La risposta è relativamente semplice: il nostro cervello elimina deliberatamente alcune informazioni recenti per evitare un sovraccarico.

Ecco la realtà sorprendente: a poche ore da una sessione di studio, abbiamo già perso il 50% delle informazioni apprese; dopo due giorni, quasi tutto è dimenticato.

Questo fenomeno è noto come “curva dell’oblio“, un concetto sviluppato dallo psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus verso la fine del 1800. Nel corso dei suoi studi sulla memoria, Ebbinghaus condusse test sulle capacità mnemoniche umane, utilizzando elenchi di sillabe senza significato per monitorare come e quando le informazioni venivano dimenticate. I suoi esperimenti portarono alla creazione di un grafico che mostrava il declino della memoria nel tempo, noto appunto come la curva dell’oblio.

La teoria di Ebbinghaus rivela che tendiamo a dimenticare circa il 50-60% delle informazioni entro un’ora dallo studio, e perdiamo un altro 10% dopo 24 ore. Questo implica che, senza un adeguato ripasso, rischiamo di dimenticare fino al 70% di quanto studiato nelle ultime 24 ore.

I suoi studi evidenziano l’importanza fondamentale della ripetizione per un’apprendimento duraturo. La teoria della curva dell’oblio di Ebbinghaus ci introduce al metodo della ripetizione dilazionata: ripassare le informazioni più volte nel corso del tempo migliora significativamente la memorizzazione.

Cos’è il metodo Spaced Repetition

Il metodo della Ripetizione Dilazionata, noto anche come Space Repetition System (SRS), è spesso sottovalutato dagli studenti, molti dei quali commettono un errore cruciale riguardante il tempismo della ripetizione. La pratica comune consiste nel leggere e ripassare un gruppo di informazioni tutte insieme, in un unico momento.

Questo approccio, benché possa sembrare efficace, genera soltanto un’impressione superficiale di aver assimilato i concetti. Con il tempo, si scopre che questa è solo un’illusione e che la maggior parte delle informazioni, che sembravano saldamente radicate nella memoria, sono in realtà svanite.

Pochi sono a conoscenza del valore e dell’efficacia della ripetizione dilazionata. Per far luce su questo metodo, l’università telematica Niccolò Cusano ha elaborato una guida pratica all’uso della ripetizione dilazionata, enfatizzandone l’importanza per gli studenti universitari, di master e per chi si prepara agli esami.

La Space Repetition è una tecnica di memorizzazione che si basa sulla ripetizione dilazionata delle informazioni nel tempo. La memorizzazione risulta più efficace quando le informazioni vengono ripetute poche volte ma a intervalli prolungati.

È importante non sottovalutare l’applicazione di questa tecnica. Per memorizzare a lungo termine, non basta ripetere le informazioni sporadicamente e senza un piano definito. È essenziale concentrarsi su due parametri chiave: la frequenza delle ripetizioni e l’intervallo di tempo tra esse, per trasferire le informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

Vediamo quindi come implementare correttamente la tecnica della space repetition.

L’importanza del ripasso

I ripassi sono elementi cruciali nella Spaced Repetition, essenziali per l’efficacia del metodo.

In ambito scolastico e universitario, la varietà di materie e le diverse capacità di apprendimento di ogni studente rendono difficile stabilire uno schema di ripasso universale. Tuttavia, il momento ideale per ripassare è quando si è prossimi a dimenticare il materiale studiato.

Un approccio efficace prevede cicli di ripasso distribuiti nel tempo come segue:

  • 1 ora dopo lo studio.
  • 24 ore dopo.
  • 7 giorni dopo.
  • 30 giorni dopo.


È cruciale aderire a questi intervalli di tempo. Per questo, è consigliabile utilizzare un calendario, sia esso cartaceo o digitale, che serva da promemoria per non dimenticare o rimandare i ripassi.

Per assicurare l’efficacia di questa tecnica, è fondamentale disporre di un metodo di studio efficace e personalizzato in base alle proprie necessità. Un’organizzazione accurata dello studio, che incorpori strumenti e strategie per ottimizzare e massimizzare la produttività del tempo dedicato ai libri, è essenziale. Strumenti come schemi, mappe mentali e concettuali, e tecniche di lettura veloce possono migliorare notevolmente l’efficienza dello studio.

Includere nell’organizzazione dei tempi di studio sessioni di ripasso programmate è fondamentale per una memorizzazione e un’apprendimento duraturi. Queste sessioni dovrebbero essere pianificate in base alle esigenze individuali, assicurando un approccio personalizzato che tenga conto delle specifiche richieste di ogni materia e delle capacità di apprendimento dello studente.

Il metodo Leitner e la Spaced Repetition

Il metodo Leitner, sviluppato dal ricercatore tedesco Sebastian Leitner e descritto nel suo libro “Imparare ad imparare“, è un approccio efficace e diffuso per la memorizzazione. Questo metodo si basa sull’uso di flashcard, o cartoncini a doppia faccia, che presentano una domanda su un lato e la corrispondente risposta sull’altro.

Per iniziare, è necessario identificare i concetti chiave e strutturare domande e risposte da annotare rispettivamente sul fronte e sul retro delle carte. Una volta create, le carte vanno disposte con le domande rivolte verso l’alto.

Durante il ripasso, si nota che alcune risposte vengono in mente più rapidamente di altre. Il metodo suggerisce di ordinare le carte in base alla difficoltà, creando due o tre mazzi differenti.

Ecco un esempio pratico: nel mazzo “facile” si inseriscono le carte con domande alle quali si risponde facilmente; nel mazzo “medio”, quelle con risposte un po’ più complesse; e nel mazzo “difficile”, quelle con domande alle quali non si riesce a rispondere.

Nel momento del ripasso, si inizia dal mazzo difficile, passando poi a quello medio. Il mazzo facile viene ripassato nell’iterazione successiva. Se si trova più semplice rispondere alle domande del mazzo difficile, le relative carte possono essere spostate nel mazzo medio o facile. Viceversa, se una domanda del mazzo facile diventa ostica, la carta va trasferita in un mazzo di difficoltà superiore.

Un argomento può essere considerato pienamente assimilato quando tutte le carte sono state trasferite nel mazzo “facile”.

Il metodo delle flashcards è versatile e può essere applicato a diverse materie, come la matematica per memorizzare formule, la storia per ricordare date ed eventi, la medicina per assimilare nozioni di anatomia, le lingue per imparare vocaboli, e così via. Particolarmente efficace nello studio delle lingue, questo strumento è spesso usato per memorizzare nuovi termini ed espressioni.

App e software per il metodo Spaced Repetition

Il sistema Leitner, nonostante la sua efficacia, richiede un certo impegno nella preparazione delle flashcards. Sebbene creare queste carte sia di per sé un’attività di ripasso, è possibile ottimizzare ulteriormente il processo.

Grazie alla tecnologia, esistono app e software che permettono di creare flashcards digitali in modo rapido e pratico. Domande e risposte possono essere facilmente inserite tramite la tastiera del computer o dello smartphone, evitando l’uso più tradizionale di carta e penna.

In alcuni casi, è anche possibile sfruttare mazzi di carte già predisposti e condivisi da altri utenti, ma si consiglia di creare personalmente le proprie flashcards per una migliore memorizzazione iniziale dei concetti.

I software mostrano i quesiti sullo schermo e li archiviano in specifici mazzi digitali in base alla correttezza o meno della risposta data. Alcuni programmi basano l’archiviazione sul tempo impiegato per rispondere, altri sulla correttezza delle risposte, mentre altri ancora lasciano all’utente la possibilità di autovalutarsi.

Software e app per la ripetizione dilazionata applicano il metodo Leitner in modo scientifico, usando algoritmi che valutano le performance dello studente per stabilire quando e quante volte ripresentare ogni domanda.

Tra i programmi di spaced repetition più noti ci sono SuperMemo, sviluppato agli inizi degli anni ’80 dal programmatore polacco Wozniac, e Anki, più recente ma molto apprezzato, il cui nome in giapponese significa “memorizzazione”. Altri esempi includono eSpindle Learning, Flashcards Deluxe, Flashcards Exchange, FullRecall, jMemorize, Learning with Texts, MemoryLifter, Mnemosyne, Opencards e Quizlet.

Le opzioni sono numerose e ognuno può scegliere lo strumento più adatto alle proprie esigenze e preferenze.

I vantaggi dei software e delle app includono la possibilità di ripassare in qualsiasi momento e la funzione di notifiche per i ripassi programmati. Ad esempio, un’app sullo smartphone permette di studiare in situazioni diverse, come in metro, alla fermata del bus o in coda alla posta.

Ciò non toglie valore all’approccio cartaceo. Scrivere domande e risposte a mano su carta offre un primo livello di apprendimento e memorizzazione. In alcuni casi, specialmente nell’insegnamento a bambini o nello studio di lingue, le flashcards fisiche possono essere più efficaci.

Indipendentemente dal formato scelto, l’efficacia della ripetizione dilazionata nella memorizzazione di concetti e informazioni rimane costante.

Credits: AnnasPhotography / pixabay