Come ripetere bene per memorizzare i concetti?

03 Novembre ore 17.06

Come ripetere bene per memorizzare i concetti?

Per superare gli esami universitari in maniera brillante devi capire come ripetere bene. Perché? Il ripasso è un momento fondamentale dello studio. Ripetere ad alta voce aiuta a fissare i concetti e contribuisce a rendere più fluido il discorso e ad aumentare la sicurezza personale. E apparire sicuri è un ottimo biglietto da visita per fare bella impressione il giorno dell’esame.  

Se non ci fosse il ripasso, sarebbe molto più complesso presentarsi davanti al professore e rispondere alle domande in maniera impeccabile. Questo non significa, però, che gli argomenti d’esame vanno ripetuti a pappagallo. Al contrario il metodo della memorizzazione pura e semplice non funziona un granché ed espone al rischio di dimenticare un sacco di informazioni.  

Allora, come ripetere bene? Esponendo i concetti come se ti trovassi di fronte a una platea che pende dalle tue labbra e a cui devi spiegare un dato argomento affinché sia chiaro a tutti. Questo tipo di ripasso è sicuramente il più efficace in vista del superamento degli esami.  

Studiare e ripetere: quando ripassare?

Molti studenti adottano il metodo del ripasso finale. Cosa significa? Studiano tutto il programma e dedicano gli ultimi giorni prima dell’esame al ripasso generale. Questa modalità non è tra le più efficaci. Prima di tutto ti costringe a delle super maratone in prossimità dell’esame e sottoporsi a sessioni di studio troppo intenso prima di una prova non è mai positivo. Arrivi all’esame troppo stanco e la capacità di reazione si abbassa. Non hai cioè la lucidità per superare le piccole trappole di un esame e sei più esposto al rischio di complicarti la vita da solo.  

La domanda “come ripetere bene?” ha una sola risposta: alternando studio e ripasso. Purtroppo, gli esseri umani sono soggetti a una curva dell’oblio davvero impietosa. Subito dopo aver immagazzinato una nuova informazione o un nuovo concetto, il cervello umano comincia a dimenticarlo. Se poi quel concetto X non viene utilizzato nella quotidianità, l’effetto dimenticanza aumenta.  

Per evitare questo brutto effetto collaterale i concetti devono essere richiamati alla memoria quando sono ancora freschi. Ecco perché il metodo studiare e ripetere è quello migliore. In realtà, è anche molto semplice. Di solito, la preparazione di un esame presuppone uno studio costante per un certo lasso di tempo. In altre parole, studierai giorno dopo giorno per un certo numero di giorni. Per aiutare la tua memoria a funzionare al massimo, all’inizio di ogni nuova sessione di studio devi ripetere i concetti appressi il giorno prima.  

Quanto tempo dedicare al ripasso?

Una delle difficoltà principali nell’organizzazione del ripasso è il tempo. Se il metodo migliore è studiare e ripassare contemporaneamente, sorge spontanea la domanda: come quantificare le ore da dedicare all’una e all’altra attività?  

Una buona suddivisione consiste nell’impegnarsi per il 70% del tempo nello studio e per il 30% nel ripasso. Se ti attieni alla formula 70+30, puoi dividere davvero in maniera matematica le ore di studio, ottimizzando al massimo i giorni disponibili.  

Questo non significa, però, che il ripasso finale va eliminato. Per capire davvero come ripassare bene dovrai includere anche dei giorni da dedicare esclusivamente alla ripetizione generale del programma prima dell’esame. Se avrai seguito con attenzione l’alternanza studio-ripasso, però, non ti ritroverai con delle super maratone conclusive, che ti costringono a fare le ore piccole e a sottoporti a delle levatacce il giorno dell’esame. Gli argomenti saranno già fissati bene nella memoria e gli ultimi giorni ti serviranno solo per dare una rinfrescata, per migliorare ancora di più l’esposizione e per acquisire ulteriore sicurezza nella tua preparazione. Bastano cioè un paio di giorni di ripasso finale e sarai pronto per il tuo esame.  

Ripassare con o senza appunti?

Ripetere aiutandosi con gli appunti o con i manuali non è vietato. Sarebbe bene, però, limitarlo alle fasi iniziali, quando i concetti sono stati appena appresi e non si sono fissati ancora bene nella memoria. Se durante i giorni del ripasso generale, hai ancora bisogno di avere il manuale aperto davanti a te, devi preoccuparti. Purtroppo, c’è qualcosa che non va, perché non padroneggi ancora bene gli argomenti e hai davvero troppo poco tempo per rimediare.  

Come ripetere bene allora senza diventare dipendente dagli appunti? Un buon escamotage consiste nell’utilizzare le mappe mentali. Mano a mano che studi, costruisci le tue mappe e le usi nelle prime fasi di ripasso. Di solito, le mappe funzionano molto bene per aiutare la memorizzazione dei concetti. Basta, però, non utilizzarle durante il ripasso generale, quando non dovresti più avere bisogno di un supporto.  

Come ripetere bene: trova un compagno di ripasso

Dopo aver adottato il metodo del ripasso work in progress (studiare e ripetere contemporaneamente) è possibile ottimizzare ulteriormente la ripetizione finale con un collega. Ripetere ad alta voce avendo un compagno a cui parlare aiuta moltissimo l’esposizione. Il compagno di studi, tra l’altro, ti può dare a sua volta un feedback e farti capire quali sono gli argomenti che esponi con meno chiarezza o che sembri padroneggiare meno.  

Il ripasso può risultare ancora più efficace se organizzi delle vere e proprie simulazioni d’esame. Cosa significa? Via via che studi puoi segnarti le domande più rilevanti, riguardo soprattutto i concetti chiave di quella data materia. Stili cioè una sorta di elenco di ipotetici quesiti d’esame. Il tuo compagno dovrebbe fare la stessa cosa, in modo che abbiate entrambi una lista di domande durante i giorni di ripasso finale. Dopodiché, potete iniziare a simulare alternandovi nel ruolo di docente e di studente.  

In questo modo il ripasso diventa molto più attivo. Cosa significa? Dovrai richiamare alla memoria i concetti stimolati dalla domanda, senza semplicemente ripetere gli argomenti uno dietro l’altro. Questo metodo è particolarmente efficace nell’aiutare a fissare i concetti. Non solo, ti consente di arrivare molto più tranquillo all’esame, perché le simulazioni contribuiscono anche a ridurre i classici picchi di ansia prima di una prova. Simulare, infatti, significa entrare già in ottica d’esame ed è molto tranquillizzante arrivare a un esame avendo già un’idea di come potrebbe svolgersi. In realtà, il confronto con un collega ha un ulteriore effetto positivo da non sottovalutare: ti aiuta a comprendere meglio il tuo livello di preparazione e a colmare eventuali lacune di cui non ti eri neppure reso conto.  

Ripasso di più esami contemporaneamente

Come ripetere bene quando gli esami da preparare sono due e le date sono molto ravvicinate?  La cosa migliore è dividere le giornate di studio in blocchi ben distinti. Se sei iscritto alla triennale in Economia aziendale e management e devi dare gli esami di economia aziendale ed economia politica, non puoi studiare un paio d’ore la prima materia e poi un altro paio d’ore la seconda materia nello stesso pomeriggio. Per aiutare la memorizzazione devi gestire lo studio a blocchi. Hai a disposizione tre ore la mattina e due il pomeriggio? Allora, a una materia sarà dedicata la mattina e all’altra materia il pomeriggio e adotterai sempre il metodo di studiare e ripassare contemporaneamente. In questi casi è bene non abbinare mai due materie che hanno lo stesso numero di CFU, in quanto presuppongono approssimativamente lo stesso impegno in termini di ore. Questo significa che sarà più difficile suddividere lo studio in blocchi stagni, cosa importantissima per favorire la concentrazione, evitare la confusione e organizzare meglio il ripasso.  

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