Destino, compiti e possibilità del potere pubblico

Destino, compiti e possibilità del potere pubblico

L’Università Telematica Mercatorum organizza, lunedì 30 maggio, l’evento “Destino, compiti e possibilità del potere pubblico”.

Riprende, quindi, la collaborazione di studi tra l’Università Mercatorum e la rivista P.A. – Persona e Amministrazione sulla pienezza della tutela delle posizioni soggettive individuali nel processo amministrativo. 

Il focus dell’evento “Destino, compiti e possibilità del potere pubblico”

In questa linea di continuità, che intende concentrarsi sugli snodi della teoria del processo che consentono di osservare la tensione tra le esigenze di effettività della tutela (art. 24 Cost.) ed il potere pubblico, con il suo portato storico, ideologico e costituzionale di prerogative collettive (art. 97 Cost.), si è scelto di concentrarsi sul giudicato nel processo amministrativo.

Nel problema del giudicato amministrativo – esito finale di una vicenda processuale in cui si celebra la dialettica tra persona ed amministrazione – si ritrovano le questioni generali proprie del processo amministrativo, nonostante il codice del processo amministrativo, proprio in nome della effettività della tutela, abbia notevolmente ampliato il novero delle protezioni, affiancando alla tradizionale azione di annullamento, almeno quelle di condanna, avverso il silenzio, di nullità e di adempimento.

Approfonditi studi monografici e recenti pronunzie anche dell’Adunanza Plenaria, pongono in luce la perdurante attualità di una discussione sui “destini del potere”, una volta che una sentenza, divenuta inoppugnabile, abbia decretato l’illegittimità di un suo singolo episodio. Interessano, così, i temi dell’effetto conformativo del giudicato, dei suoi limiti oggettivi, della relativa efficacia soggettiva, nel contesto di una più ampia riflessione che intersechi anche quelli della stabilità del giudicato contrastante con disposizioni di ordinamenti sovranazionali e dei suoi riflessi in ambiti processuali differenti. 

Vi è, in altri termini, ragione per continuare a studiare ed a confrontarsi intorno ad un tema che ha già portato a decisivi contributi teorici e ad importanti soluzioni giurisprudenziali e che, tuttavia, proprio per ragione del trovarsi alla confluenza di problemi di fondo della relazione tra persona e potere, è destinato a continue evoluzioni e ripensamenti. 

Fonte: Università Mercatorum.