Come funziona il tirocinio in psicologia TPV?

20 Dicembre ore 12.29

Come funziona il tirocinio in psicologia TPV?

Spiegare il TPV psicologia equivale a raccontare l’evoluzione costante delle professioni psicologiche, e come queste stanno sviluppando sempre di più un approccio dinamico alla formazione e all’ingresso nel mondo del lavoro. Nel panorama accademico italiano, il decreto numero 303 del 29 dicembre 2022 rappresenta una pietra miliare nel rinnovare la prassi formativa per gli aspiranti psicologi. Al cuore di questa innovazione si trova la consapevolezza che l’apprendimento non si esaurisce nei confini delle aule universitarie, ma si nutre di esperienze tangibili e di un contatto diretto con la realtà professionale.

Questo decreto, attentamente concepito, pone una lente di ingrandimento sul ruolo cruciale del tirocinio pratico come ponte tra l’ambiente accademico e il campo professionale. La sua importanza è evidente nell’enfatizzare che la vera padronanza di competenze richiede un apprendimento attivo e partecipativo, nonché un’immersione nelle sfide pratiche della professione. Il tirocinio, dunque, emerge come un terreno fertile per l’affinamento di abilità specifiche, per l’assimilazione dei principi teorici nella pratica quotidiana, e per la scoperta delle sottili sfumature che caratterizzano il lavoro di uno psicologo.

In questo articolo, esploreremo le innovazioni introdotte da questa normativa, e ci concentreremo sull’importanza cruciale del tirocinio pratico per la formazione degli aspiranti psicologi.

Diventare psicologi in Italia

Prima di approfondire il Decreto e le modifiche da esso introdotte vogliamo ricapitolare brevemente qual è l’iter per diventare psicologi in Italia, chiarendo le differenze tra le varie sezioni dell’Albo dell’Ordine degli Psicologi e alcune informazioni utili da conoscere per inquadrare il tema.

In Italia, il percorso per diventare psicologo è rigoroso e comprende diversi passaggi chiave. Inizialmente, si deve conseguire una laurea triennale in Psicologia, seguita da una laurea magistrale o specialistica in Psicologia. Una volta ottenuto il titolo di laurea, è necessario completare un periodo di tirocinio pratico supervisionato, che gioca un ruolo cruciale nell’applicazione pratica delle conoscenze teoriche acquisite. L’iter continua con l’iscrizione all’albo degli psicologi, soggetto a ulteriori requisiti e prove.

Nell’albo professionale dell’ordine degli psicologi sono istituite la sezione A e la sezione B. Queste sono le principali differenze tra le due sezioni:

a) alla Sezione A, si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea specialistica o magistrale o quinquennale (vecchio ordinamento) e tirocinio professionalizzante di 12 mesi. Il titolo professionale raggiunto è di psicologo.
b) alla Sezione B, si accede, previo esame di Stato, se si è in possesso della laurea triennale nella classe 34 -Scienze e tecniche psicologiche e si è effettuato un tirocinio della durata di sei mesi. Il titolo professionale raggiunto è di dottore in scienze e tecniche psicologiche.

Lo Psicologo vero e proprio, professionista che può lavorare in autonomia, anche in ambito clinico, deve aver conseguito la laurea specialistica e deve essere abilitato alla Sezione A. Gli altri possono comunque lavorare in ambito

I tirocini offrono un terreno fertile per sviluppare abilità pratiche, affinare la capacità di relazione e acquisire esperienza nel trattamento di casi reali. In questo contesto, il tirocinio diventa un elemento chiave per il successo professionale, fungendo da ponte tra la teoria accademica e la pratica clinica, preparando in modo completo gli operatori del settore a affrontare le sfide complesse e delicate che caratterizzano il lavoro nel campo della psicologia.

Cos’è il Tirocinio Pratico Valutativo

Allora, cosa si nasconde dietro l’acronimo TPV? Il Tirocinio Pratico Valutativo è il tassello chiave per gli studenti di psicologia in vista dell’esame finale della LM-51. Si tratta di un’esperienza professionale intensiva svolta presso strutture sanitarie, che apre le porte all’ambito pratico della disciplina.

Immersi in attività pratiche e supervisionate, gli studenti non solo acquisiscono competenze tecniche ma affinano anche le loro abilità relazionali, fondamentali per un futuro professionale di successo. La supervisione, a parte essere un’opportunità di apprendimento, è cruciale per la valutazione. Ogni studente viene seguito da un tutor che registra e valuta le attività svolte, un processo essenziale per ottenere l’accesso all’esame di laurea.

Raggiungere un minimo di 20 CFU durante la magistrale è il traguardo, e dietro ogni CFU dedicato al TPV ci sono almeno 20 ore di formazione pratica e non più di 5 ore di attività di approfondimento. Evitiamo di perderci nei dettagli tecnici, è sufficiente sottolineare che le specifiche riguardanti ore e CFU sono stabilite dai Consigli di Corso di Studio e dalle singole Università, come indicato nei rispettivi regolamenti didattici.

Se vuoi approfondire, tutte le informazioni necessarie sono consultabili autonomamente attraverso il decreto, disponibile al seguente link. Basta scorrere fino alla pagina 37 della Gazzetta per trovare tutte le informazioni pertinenti.

Le novità introdotte dal Decreto numero 303 del 29 dicembre 2022

Il panorama dell’istruzione per gli aspiranti psicologi in Italia è stato ridefinito con il recente decreto numero 303 del 29 dicembre 2022, portando una ventata di cambiamenti tanto attesi. Questa innovativa normativa ha rivoluzionato l’intero processo di esame alla fine del percorso di laurea in Psicologia, aprendo la strada a un approccio più integrato e pragmatico.

La mossa più audace è stata l'”abolizione” dell’esame di stato, un passo che non lo elimina, ma lo integra organicamente nel percorso formativo della Laurea Magistrale LM-51. Conseguendo la laurea magistrale, gli studenti non solo completano il percorso accademico, ma superano anche automaticamente l’esame di stato, diventando così abilitati all’esercizio della professione fin da subito.

Questa trasformazione è stata resa possibile attraverso l’introduzione del Tirocinio Pratico Valutativo (PPV) come parte integrante dell’esame finale di laurea. Il TPV valuta le competenze pratiche del laureando, eliminando la necessità di un esame pratico separato per l’abilitazione. In passato, il processo coinvolgeva la valutazione orale della tesi di laurea, seguita da un esame pratico separato per ottenere l’abilitazione. Oggi, grazie alla PPV, questo secondo passo è incorporato nella valutazione complessiva della Laurea Magistrale, semplificando il percorso per gli studenti e rendendo il traguardo della professione di psicologo più accessibile e fluido.

Il recente decreto numero 303 del 29 dicembre 2022 si profila come una svolta positiva per numerosi studenti e studentesse impegnati nel percorso di laurea in Psicologia in Italia. Tra i molteplici vantaggi offerti da questa nuova normativa, uno dei più significativi è rappresentato dalla semplificazione del percorso di abilitazione alla professione di psicologo. L’inclusione del Tirocinio Pratico Valutativa (TPV) all’interno dell’esame finale di laurea elimina la necessità di affrontare un esame pratico separato, rendendo il processo più fluido ed efficiente.

Inoltre, l’integrazione dell’esame di stato nel percorso di laurea magistrale offre agli studenti un duplice beneficio. Non solo completano con successo il loro percorso accademico, ma ottengono anche automaticamente l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo. Questo nuovo approccio mira a ridurre le barriere burocratiche e a facilitare l’ingresso nel mondo professionale, consentendo agli studenti di concentrarsi maggiormente sullo sviluppo delle proprie competenze pratiche durante il percorso di studio.

In ultima analisi, il decreto si presenta come un passo avanti nell’armonizzazione della teoria e della pratica, offrendo agli studenti una formazione più integrata e preparandoli in modo più completo per affrontare le sfide della professione di psicologo. Questo cambiamento non solo semplifica il percorso formativo, ma apre nuove opportunità per una generazione di professionisti della salute mentale più agili, competenti e pronti ad affrontare il complesso panorama della psicologia applicata.

In conclusione, mentre celebriamo questo nuovo approccio alla formazione degli psicologi, auspichiamo che l’implementazione pratica del tirocinio secondo il decreto possa continuare a essere un pilastro fondamentale per la crescita degli psicologi, alimentando una generazione di professionisti pronti a affrontare le complessità del benessere mentale nella società contemporanea.

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