Ripetizione dilazionata: cos’è e perché migliora lo studio

16 Gennaio ore 14.56

Spesso, gli alunni trascorrono molto tempo a studiare, ripassare, ecc., per poi accorgersi che non ricordano molto di quanto letto. Come ovviare a questa situazione? Con la ripetizione dilazionata, che è un metodo di studio alternativo a quelli tradizionali.

La ripetizione dilazionata, denominata anche ripetizione spaziata (in inglese Spaced Repetition System, SRS), è un sistema didattico che si basa sulla memorizzazione delle informazioni da acquisire. Di base, sfrutta l’“effetto di spaziatura” o “effetto di distribuzione temporale”, vale a dire che la memorizzazione a lungo termine di una data informazione è più facile quando viene ripetuta poche volte su tempi lunghi, anziché molte volte su tempi brevi.

Tale metodo è anche noto con il termine di Sistema Leitner. I primi studi sull’argomento sono dovuti allo psicologo e filosofo tedesco Hermann Ebbinghaus. Nel XIX secolo scoprì che il cervello umano tende a dimenticare piuttosto velocemente le informazioni apprese.

Memoria e breve termine e memoria a lungo termine: le differenze

Per comprendere meglio la ripetizione dilazionata e i suoi vantaggi nell’apprendimento, è fondamentale sapere come funziona la memoria umana.

Gli esseri umani possiedono due tipi principali di memoria: la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine. La memoria a breve termine, conosciuta anche come “memoria di lavoro”, serve per trattenere determinate informazioni per un periodo limitato. Al contrario, la memoria a lungo termine ci permette di ricordare informazioni anche dopo molti anni.

La curva dell’oblio

Dato che il nostro cervello elimina deliberatamente alcune informazioni recenti per evitare un sovraccarico, va da sé che in ambito scolastico, a poche ore da una sessione di studio, si perdono già il 50% delle informazioni apprese; dopo due giorni, è quasi tutto dimenticato.

Questo fenomeno è noto come “curva dell’oblio” (forgetting curve in inglese). Fu proprio Hermann Ebbinghaus a sviluppare questo concetto verso la fine del 1800. Nel corso dei suoi studi sulla memoria, Ebbinghaus condusse diversi test sulle capacità mnemoniche umane, utilizzando elenchi di sillabe senza significato per monitorare come e quando le informazioni venivano dimenticate. I suoi esperimenti portarono alla creazione di un grafico che mostrava il declino della memoria nel tempo, noto appunto come “curva dell’oblio”.

Motivo per cui, le sue analisi tecniche evidenziarono l’importanza della ripetizione dilazionata ai fini di un apprendimento duraturo.

Infatti, leggere e ripassare certe informazioni tutte insieme, in un unico momento, non è un approccio efficace in termini didattici. Pochi studenti conoscono l’importanza della ripetizione dilazionata.

Questa tecnica di memorizzazione risulta più efficace, perché le informazioni vengono ripetute poche volte ma a intervalli prolungati.

Perché ripassare?

I ripassi sono essenziali nella ripetizione dilazionata. Ecco un esempio potente su come distribuire i cicli di ripasso nel tempo:

  • 1 ora dopo lo studio;
  • 24 ore dopo;
  • 7 giorni dopo;
  • 30 giorni dopo.

Quindi, includere nell’organizzazione dei tempi di studio sessioni di ripasso ben programmate e cadenzate è cruciale per una corretta e duratura memorizzazione delle informazioni.

Il metodo Leitner e la ripetizione dilazionata

Di conseguenza, per ricordare qualcosa la chiave è la ripetizione dilazionata: occorre rivedere con regolarità quanto imparato, affinché rimanga conservato nella memoria a lungo termine.

Il precursore di questa tecnica fu Sebastian Leitner, che raggiunse la popolarità con Imparare a imparare, un manuale di psicologia dell’apprendimento.

Il suo metodo prevedeva l’uso di flashcard, o cartoncini a doppia faccia, che presentavano una domanda su un lato e la corrispondente risposta sull’altro. Servivano proprio per il ripasso e i mazzi di flashcard venivano tenuti in scatole graduate per difficoltà, in base alle informazioni contenute.

Ripetizione dilazionata: i benefici

Come precedentemente accennato, il metodo della ripetizione dilazionata determina in modo efficace il numero e la tempistica delle ripetizioni, due parametri fondamentali per il trasferimento d’informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

Il segreto della ripetizione dilazionata o spaziata è allungare il tempo tra una ripetizione e l’altra dopo aver appreso l’argomento.

Di base, la ripetizione spaziata è semplice, ma molto potente, perché modifica deliberatamente il funzionamento del cervello. Induce lo studente ad apprendere una determinata lezione sottoponendosi a uno sforzo e, come i muscoli, il cervello risponde a questo stimolo rafforzando le connessioni tra cellule nervose.

Mettere in pratica questo metodo occorre disciplina, ma di norma gli studenti che eseguono la tecnica in modo efficace possono ottenere notevoli benefici. Infatti, la ripetizione dilazionata aiuta il cervello a ricordare più informazioni, dato che mantiene il materiale fresco nella mente.

Da considerare inoltre, che la ripetizione dilazionata può essere davvero molto efficace soprattutto in quelle situazioni in cui ci sono argomenti che proprio non entrano in testa, perché può accadere che a ridosso di qualche esame uno studente si senta maggiormente sotto stress.

È quindi inutile negarlo: questo stato di cose può divenire un serio problema per chi deve fare la maturità o l’università. Pertanto, oltre all’utilizzo di un vero e proprio calendario dei ripassi, ci si può avvalere di mappe concettuali e tecniche di lettura ad alta voce.

Esistono delle applicazioni per mettere in pratica la ripetizione dilazionata?

Ebbene sì… esistono anche diverse app che possono essere di grande aiuto nello studio.

Nello specifico, elenchiamo:

  • Anki, un programma basato su flashcard;
  • Mnemosyne, una multipiattaforma;
  • Supermemo, un altro popolare programma di ripetizione spaziata;
  • eSpindle learning;
  • Flashcards Deluxe;
  • Flashcards Exchange;
  • FullRecall;
  • jMemorize;
  • Learning with texts;
  • MemoryLifter;
  • Opencards;
  • Quizlet.

Usando le app summenzionate, inoltre, si può godere di ulteriori vantaggi aggiuntivi:

  • con i mazzi digitali si può ripassare non solo al computer, ma anche via smartphone e quindi ovunque;
  • di solito alcune app inviano una notifica per il ripasso da effettuare;
  • le flashcard digitali consentono di memorizzare le informazioni in modo attivo a livello cerebrale;  grazie alle flashcard è persino possibile anche valutare il proprio livello di apprendimento e capire su quali argomenti occorre focalizzare maggiorente l’attenzione;
  • infine, grazie ai “mazzi di carte digitali” e al metodo della ripetizione dilazionata nel tempo, si può contrastare efficacemente la curva dell’oblio. Questo significa studiare meglio, con più soddisfazione e con risultati migliori a livello didattico.

Quindi, la ripetizione dilazionata applicata alle flashcard digitali può davvero aiutare gli studenti a concentrare il ripasso dei concetti in brevi intervalli di tempo, rafforzando la loro memoria a lungo termine, massimizzando i tempi di studio e consentendo loro di ottenere maggiori risultati in termini di apprendimento.

Per giunta, come già esternato, le app di ripetizione dilazionata che sfruttano i “mazzi di carte digitali”, rispetto alle flashcard tradizionali, hanno anche il grande vantaggio della portabilità. Basta scaricarle sullo smartphone e si può studiare dappertutto.

Da considerare anche che la ripetizione dilazionata non si limita solo a memorizzare determinate informazioni, ma stimola la comprensione del materiale didattico in modo più profondo, il che, in sede di esame, può aiutare uno studente a rispondere alle domande più difficili.

Va anche da sé che la ripetizione dilazionata può essere adattata alle esigenze personali di ciascun studente, in quanto permette di concentrarsi sui propri punti deboli e di sfruttare al meglio il tempo di studio.

In conclusione, la ripetizione dilazionata risulta scientificamente efficace, perché si basa su principi dell’apprendimento e della memoria. In particolare, il concetto della “forgetting curve” (curva dell’oblio) evidenzia che senza ripetizioni regolari, la maggior parte delle informazioni apprese vengono dimenticate nel giro di pochi giorni. La ripetizione dilazionata, invece, aiuta a contrastare questa tendenza, ripetendo le informazioni proprio prima che il cervello le dimentichi. Inoltre, usando tecniche come flashcard, mappe mentali o schemi, e ripetendo regolarmente le informazioni, si può migliorare la capacità di memorizzazione e ridurre lo stress legato agli esami.