Qual è la differenza tra stage e internship?

06 Febbraio ore 17.49

Qual è la differenza tra stage e internship?

Esiste un modo per approcciare al mondo del lavoro, che ti arricchisce, sviluppa le doti apprese nel tuo percorso di studi e le mette in pratica: stiamo parlando dello stage o internship. Ci sono delle differenze chiave che permettono di distinguere chiaramente uno stage da un internship? In realtà, no. Lo stage e l’internship sono due termini che mirano allo stesso significato. Ma qual è, dunque, lo scopo di questa attività? E perché possono essere definite come la stessa cosa, pur avendo due denominazioni differenti?

 Cos’è lo stage

“Stage” è un termine francese, che in italiano corrisponde al nostro tirocinio, mentre nei paesi anglofoni si parla di “internship”.

Con la parola stage indichiamo un periodo di formazione, svolto presso aziende o enti, volto ad acquisire conoscenze professionali. Si tratta di un’opportunità indispensabile per approcciare al mondo del lavoro, mettersi alla prova direttamente, sul campo, mettendo in pratica ciò che si è appreso dai libri di scuola.

Non deve essere interpretato come un vero e proprio rapporto di lavoro, ma è un periodo di inserimento, una fase in cui apprendi, arricchisci le tue conoscenze, muovi i primi passi verso qualcosa di più concreto.

Tutte le abilità che svilupperai durante questo step saranno indispensabili nel mondo del lavoro. Passare prima da uno stage è una completa ricchezza. Aziende e enti creano un’opportunità per giovani, neo laureati, inoccupati, stabilendo dei periodi di formazione. Non dovrai più immaginarti il mondo del lavoro, ma avrai l’opportunità di avere con esso un contatto diretto. Farai un salto di qualità, acquisirai competenze professionali, inizierai a creare una rete di contatti importante. La qualità di uno stage dipende molto dai contenuti formativi che offre, perché per farti crescere a livello professionale, ma anche personale, non bastano delle attività puramente esecutive o ripetitive.

Che cos’è l’internship

L’internship è un accordo nel quale gli studenti o i neolaureati, prestano alle aziende le loro capacità e i loro talenti in cambio di un’opportunità. Quest’ultime spaziano dal conoscere nuovi settori, allo sviluppare nuove competenze, ad avere una spinta per l’ingresso nel mondo del lavoro. È una grande opportunità, per mettere in pratica tutto ciò che hai appreso durante l’università e per capire se realmente quello è l’ambiente e l’occupazione adatta a te.

I programmi di questo tipo sono organizzati sotto forma di stage non retribuiti o con scarsa remunerazione. Se guadagnare è la tua prima prerogativa, non puntare sull’internship, perché non fa per te. Ma, come ben sai, per fare carriera si parte dal basso e un internship è spesso molto vantaggioso per lo studente che vi aderisce, perché riceve un’esperienza di lavoro “nel mondo reale”. Il CV verrà arricchito da queste partecipazioni, da queste esperienze.

Ma non solo il curriculum vitae. Infatti, essere proiettato al mondo del lavoro ti consente di crescere, di vedere con i tuoi stessi occhi ciò che accede, come è strutturata un’azienda, una società, quali sono le leggi che regolano il mercato, e come potersi muovere al meglio per sbaragliare la concorrenza. Non si parla di un tipo di lavoro subordinato, bensì di un periodo di formazione sul campo, che regala qualcosa di unico allo studente universitario.

Diversi tipi di stage e internship

Solitamente, la durata di questi percorsi varia dai 2 ai 6 o 12 mesi. Le ore di lavoro andranno concordate con l’azienda di riferimento, e con l’università di appartenenza, nel caso in cui il tirocinio sia collegato al percorso di studi attuale. In Italia, esistono due tipi di percorsi:

  • Curriculare
  • Extra-curriculare

Il primo è rivolto a studenti che sono ancora impegnati nell’educazione universitaria, o anche semplicemente scolastica (vale anche il caso dei tirocini durante la scuola superiore di secondo grado); la seconda tipologia di stage o internship, invece, è rivolta a chi ha già concluso il percorso di studi, ed è pronto ad entrare nel mondo del lavoro.

Scegliere di farlo in punta di piedi, con uno stage, non è una scelta insensata, anzi, ti dà la possibilità di fare esperienza sul campo, e dimostrarti più pronto nel tuo primo e vero colloquio. Con il tirocinio curriculare, otterrai dei crediti da sfruttare nel tuo percorso formativo, mentre con il tirocinio extra-curriculare avrai diritto a un’indennità di partecipazione o un rimborso spese, che corrisponde ad uno standard minimo nazionale pari a 300 euro lordi mensili. Il fatto di non avere una busta paga non deve impedirti di partecipare ad un internship, perché il valore che questo percorso ti offre va al di là di ogni retribuzione.

Da questi tirocini, si differenzia quello professionale per l’accesso a determinate professioni regolamentate. Si tratta di periodi di pratica professionale obbligatori, necessari per accedere a determinate professioni (medico, architetto, avvocato ecc.).

Uno stage efficiente, che si rispetti, deve essere in grado di far acquisire, al tirocinante, specifiche abilità e competenze, sia tecnico-specialistiche, sia strategico-trasversali. L’introduzione al lavoro dovrà risultare meno dura ed impegnativa, con un percorso del genere alle spalle. Lo stage deve accrescere l’occupabilità del tirocinante, deve far fiorire le sue skill professionali. Capire davvero se il lavoro che hai sempre e solo immaginato è quello che fa per te, è un’opportunità immensa, e il tirocinio, o stage, o internship, ti dà la possibilità di farlo, senza gettare al vento anni di carriera.

Dunque, alla fine dei fatti, lo stage e l’internship non hanno differenze che li distinguono, ma sono solo due modi diversi di denominare quello che noi, in Italia, è il tirocinio.

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