Neuropsicologo: chi è, cosa fa, come diventarlo

21 Aprile ore 14.53

Neuropsicologo: chi è, cosa fa, come diventarlo

La strada per diventare neuropsicologo in Italia non è tutto dritta, anche se la neuropsicologia è un ramo della psicologia ormai sempre più conosciuto all’interno della sanità italiana.
Con questo articolo vogliamo fare chiarezza una volta per tutte su quali sono i passi da compiere per diventare neuropsicologo, di cosa si occupa la neuropsicologia, quali sono gli sbocchi di lavoro.
È utile dare queste informazioni, perchè spesso si fa confusione e non si è in grado di dire esattamente di cosa parliamo quando parliamo di neuropsicologia. Dopo aver letto questo articolo avrai le idee senz’altro più chiare.

Cosa fa il neuropsicologo

Il neuropsicologo è un professionista specializzato nella comprensione della relazione tra le caratteristiche cerebrali e i comportamenti delle persone. Il cervello è un sistema molto complesso da comprendere nei suoi vari funzionamenti, ed eventuali alterazioni possono compromettere alcune funzionalità cognitive. Il ruolo del neuropsicologo è quello di comprendere come le strutture e i sistemi cerebrali, siano essi intatti o compromessi, sia in relazione con il comportamento e il pensiero di un individuo.
I neuropsicologi valutano e aiutano le persone trattando vari tipi di disturbi del sistema nervoso. Questo aspetto è centrale. Il loro è spesso un lavoro a stretto contatto con i dottori e l’ambiente sanitario. Tra i medici con cui collaborano più strettamente ci sono, ovviamente, i neurologi.
Lesioni e malattie del sistema nervoso possono influenzare il modo in cui una persona sente, pensa e si comporta. I sintomi che possono rendere necessario l’intervento a una valutazione da parte di un neuropsicologo possono essere:

  • difficoltà di memoria
  • disturbi dell’umore
  • difficoltà di apprendimento
  • disfunzione del sistema nervoso

Quando emergono queste problematicità il neuropsicologo lavora per comprendere se ci siano danneggiamenti o situazioni fisiologiche compromesse. Queste condizioni portano a conseguenze che devono essere tenute sotto controllo e accertate. Nelle situazioni più gravi (come ictus, malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson) emergere con forza la necessità di un sostegno e di una valutazione neurofisiologica. In questi casi, infatti, il neuropsicologo può fare un esame e sulla base degli esiti fornire una base per determinare la progressione della malattia e la riduzione di alcune funzioni
La valutazione neuropsicologica è fondamentale anche per identificare la malattia in fase iniziale e determinare in che modo una lesione influisce sulle varie funzioni del cervello, come il ragionamento o le capacità di risoluzione dei problemi.

Neuropsicologia: il colloquio e la valutazione

Le valutazioni e procedure neuropsicologiche sono diverse e declinate caso per caso, ma generalmente prevedono un iniziale colloquio, con domande che servono per ripercorrere lo svolgimento delle attività quotidiane, oltre a identificare problemi di memoria e problemi di salute mentale. Ovviamente tale colloquio terrà conto anche di informazioni su sintomi, anamnesi e farmaci assunti, sempre importanti per inserire il caso all’interno di una cornice ben precisa.
La valutazione include diversi tipi di test standardizzati per misurare molte aree della funzione cerebrale, tra cui:

  • memoria
  • abilità cognitive
  • personalità
  • problem-solving
  • ragionamento
  • emozioni
  • personalità

Le scansioni cerebrali, come le scansioni TAC o MRI (risonanza magnetica), sono parte integrante delle tipologie di strumenti e di esami di cui può avvalersi il neuropsicologo, perchè possono nella diagnosi, o a perfezionarne una già esistente. Il neuropsicologo lavora anche attuando dei confronti con i risultati dei test di altri individui con pari livello di istruzione ed età. Sulla base di queste comparazioni potrà fare un’iniziale valutazione a cui corrisponderà un piano di trattamento. I piani di trattamento possono includere farmaci, terapia riabilitativa o chirurgia.
Da quanto detto finora emerge che stiamo descrivendo una professionalità fondamentale per effettuare o approfondire diagnosi e progettare trattamenti su pazienti che presentano problematiche del sistema nervoso.

Cosa studiare per diventare neuropsicologo

Non esiste una laurea in Neuropsicologia, il passaggio obbligato è la frequenza di un corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche e simili, oppure di un Laurea Triennale in Scienze psicologiche cognitive e psicobiologiche che avvicina gli studenti e le studentesse all’ambito della neuropsicologia a grandi passi.
Attenzione, perché spesso e volentieri le lauree in Scienze e Tecniche Psicologiche sono a numero chiuso e prevedono il superamento di un Test d’ingresso a programmazione locale composto da domande a risposta multipla in cultura generale, logica e ragionamento, comprensione verbale, biologia, matematica e lingua inglese.
Superato questo esame è possibile portare avanti gli studi ed avviare la carriera formativa in Psicologia, proseguendo magari con una laurea specialistica indispensabile per iscriverti alla sezione A dell’albo degli Psicologi.
Queste sono le basi, ma per la professione da neuropsicologo non può mancare una specializzazione in questo ambito specifico.
Per lavorare in ambito clinico-neuropsicologico l’ideale è scegliere ed iscriversi a un Master in Neuropsicologia. Un buon Master in Neuropsicologia è capace di dare buone competenze professionali ed è la scelta privilegiata e più efficace quando si tratta di ambire a questo tipo di disciplina.
Meglio ancora, esistono Scuole di Specializzazione in Neuropsicologia che conducono ad ottenere il titolo di “Psicologo specializzato in Neuropsicologia”. Sicuramente questa strada, anche se più lunga, è quella che porta ad avere una preparazione di maggior spessore.
Con la specializzazione in neuropsicologia è possibile trovare un impiego in diverse strutture per la cura di persone con disturbi neurologici e psicologici, come ospedali, cliniche specializzate o case di cura.
Ma vediamo meglio i possibili sbocchi lavorativi in neuropsicologia nel prossimo paragrafo.

Neuropsicologia: sbocchi lavorativi

Esistono diversi percorsi professionali e diversi contesti in cui può operare il neuropsicologo, qui dedicheremo qualche riga ad alcuni di questi, ovvero:

  • Ambito giuridico
  • Ambito sociosanitario
  • Ambito privato
  • Ambito educativo e di consulenza
  • Ambito della ricerca
  • Ambito infantile

Ambito giuridico
Gli sbocchi lavorativi di neuropsicologia possono riguardare la valutazione delle cause di un atteggiamento criminale, che eventualmente possono risiedere in un disturbo mentale.
Forse questo non è l’ambito a cui aspirano la maggior parte degli studenti e studentesse che iniziano un percorso di formazione, ma è senz’altro interessante contribuire alla diagnosi di disturbi neurologici che potrebbero aver provocato un determinato atteggiamento criminale.

Ambito sociosanitario
La cura e la prevenzione di malattie e disfunzioni cognitive sono l’ambito più frequente in cui può lavorare chi consegue una specializzazione in neuropsicologia. All’interno di strutture ospedaliere, cliniche o istituti per la cura e la riabilitazione, il neuropsicologo si occupa di diagnosticare eventuali malattie neurologiche e, assieme ad altri specialisti, cerca la cura o il trattamento più adatti.

Ambito privato
Anche in ambito privato possono essere richieste consulenze di neuropsichiatria, per esempio, anche se non capita spesso, esistono aziende che lavorano con la comunicazione, e che credono che sia fondamentale approfondire gli studi in neuropsicologia per comprendere come funziona la pubblicità o il marketing. In questi campi, infatti, conoscere i processi mentali è davvero importante per mettere in atto le strategie giuste e creare campagne di marketing funzionali a lasciare il segno nella mente delle persone.

Ambito della ricerca
C’è ancora moltissimo da indagare nel vasto mondo della neuropsicologia. Se ti appassiona la possibilità di scoprire nuovi aspetti della materia, di contribuire alle nuove scoperte della neuropsicologia e di avere un ruolo nello sviluppo di trattamenti innovativi, puoi scegliere la carriera del ricercatore. Si tratta di un percorso ambizioso, e per cui c’è molta concorrenza, ma con un po’ di fortuna e tanta determinazione puoi farcela.

Ambito infantile
Specializzarsi in neuropsicologia infantile è un altro discorso ancora. Si tratta di una carriera che offre molte opportunità, perché spesso i disturbi di apprendimento o cognitivi vengono rilevati proprio nei bambini. Sicuramente è tra i campi di applicazione di questa disciplina più stimolante. In queste circostanze è essenziale diagnosticare quanto prima eventuali danni a livello cerebrale e distinguere le tipologie di disturbi, per garantire un trattamento mirato e tempestivo.

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