Cosa fare dopo una laurea in ingegneria civile?
31 Luglio ore 11.54
Prima di intraprendere un percorso universitario è normale porsi domande come ingegneria civile, cosa fare dopo? Informarsi sul tasso occupazionale e sulle opportunità professionali di un titolo di studio è molto importante. Per evitare stress e delusioni bisogna essere preparati e sapere in anticipo quali e quante saranno le difficoltà da affrontare nella ricerca del lavoro.
Gli sbocchi di ingegneria civile sono numerosi. É possibile, tra l’altro, sia intraprendere la libera professione che lavorare come dipendente all’interno di enti pubblici e di aziende private. Un ingegnere civile, infatti, ha a disposizione diversi sbocchi lavorativi presso ditte edili, aziende di costruzioni, studi professionali, uffici tecnici comunali, provinciali e regionali e così via.
Ingegneria civile: gli indirizzi di studio
La domanda “ingegneria civile, cosa fare dopo?” ha risposte diverse a seconda del tipo di titolo di studio e dell’indirizzo scelto. Cosa significa? Un laureato triennale avrà opportunità professionali diverse rispetto a quelle di un laureato magistrale. Non solo, le possibilità di carriera cambiano anche a seconda del tipo di indirizzo. Di solito, per esempio, la laurea triennale prevede due curriculum distinti: uno in strutture e uno in edilizia.
Cosa fare dopo ingegneria: la laurea triennale
Gli ingegneri civili in possesso del titolo triennale possono lavorare come:
tecnici delle costruzioni civili – ruolo che prevede la progettazione, la sovrintendenza alla costruzione e la manutenzione di edifici, strade, ponti, viadotti, ferrovie, aeroporti, porti, dighe, canali e altre opere civili. I tecnici non si occupano solo degli aspetti progettuali e realizzativi, ma anche del controllo degli impianti nella fase di esercizio in modo da garantirne il funzionamento e la sicurezza nel tempo
tecnici dell’esercizio delle reti idriche e delle reti di altri fluidi – posizione che include mansioni di gestione, controllo e verifica che servono per assicurare il funzionamento e la sicurezza delle reti di trasporto dell’acqua e del gas
tecnici della gestione dei cantieri edili
Tutti questi ruoli si possono svolgere come dipende di aziende specializzate nella distribuzione del gas, di imprese edili, di enti pubblici, di aziende di costruzione, di società del settore della produzione di materiali edili, di enti di gestione del servizio idrico ecc. Un ingegnere civile, inoltre, ha varie opportunità anche nelle grandi compartecipate, partecipate e concessionarie come ANAS, Ferrovie dello stato, Autostrade per l’Italia e così via.
Ingegneria civile cosa fare dopo: la laurea magistrale
Specializzarsi e proseguire gli studi, consente di assumere posizioni di maggiore responsabilità. Gli ambiti lavorativi restano gli stessi (cantieri edili, opere civili e reti idriche e di altri fluidi), ma sono diverse le mansioni. Un ingegnere magistrale si occupa di aspetti più complessi rispetto a un ingegnere triennale. Dopo aver conseguito la laurea specialistica, infatti, può lavorare come:
ingegnere ambientale
ingegnere dei trasporti
ingegnere edile
Il piano di studio di una laurea magistrale prevede una serie di materie che consentono di diventare un esperto in uno dei tre settori elencati. A seconda delle proprie ambizioni e delle proprie preferenze, si può scegliere un ambito preciso. Un programma tipo di una laurea biennale, infatti, comprende esami come:
tecniche costruttive per l’edilizia sostenibile
costruzioni idrauliche
costruzione di strade, ferrovie e aeroporti
costruzioni in zona sismica
pianificazione dei sistemi di trasporto
tecnologie energetiche sostenibili
riqualificazione energetica del patrimonio costruito
Con il ruolo di ingegnere ambientale, ad esempio, è possibile trovare lavoro presso gli uffici ambiente di province e regioni, i consorzi di bonifica, le autorità di bacino, la protezione civile, l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), gli enti pubblici di gestione delle reti di distribuzione delle acque potabili e delle reti di smaltimento delle acque reflue, le imprese attive nel settore energetico (idrocarburi, geotermia, energia rinnovabile), le imprese del settore minerario e manifatturiero, le aziende regionali di protezione dell’ambiente e le aziende sanitarie locali.
Sbocchi ingegneria civile: lavoro pubblico o privato?
La domanda ingegneria civile cosa fare dopo prevede, in realtà, due macrosettori: quello pubblico e quello privato.
Prima di scegliere l’uno o l’altro bisogna fare chiarezza sull’iter da seguire per accedervi. Per essere assunti in un ente pubblico, infatti, è necessario sostenere un concorso e risultare vincitori.
I concorsi per gli enti, sia nazionali che locali, prevedono sempre la partecipazione di molti concorrenti e una serie di prove. Per non perdere tempo prezioso sarebbe bene non escludere un ambito rispetto all’altro. É possibile, infatti, iniziare una carriera nel privato e, contemporaneamente, tentare i concorsi pubblici più interessanti. In caso di esito positivo si fa la scelta, tenendo in considerazione una serie di aspetti, tra cui quelli contrattuali e retributivi.
Per avere maggiori dati a disposizione su cui riflettere è bene valutare la retribuzione media di un ingegnere civile assunto in un’azienda privata. Il livello medio nazionale per un ingegnere junior è di 20.000/30.000 euro all’anno. Nel caso di un ingegnere senior, invece, lo stipendio si fa ancora più interessante, perché può arrivare a una soglia pari a 40.000/50.000 euro all’anno.
La libera professione come ingegnere civile
Oltre al lavoro come dipendenti, i laureati in ingegneria civile hanno l’opportunità di scegliere la libera professione e intraprendere un percorso di lavoro autonomo.
In questo caso è obbligatorio sostenere l’esame di stato per l’iscrizione agli albi regionali di categoria. I laureati triennali si iscrivono alla lettera B con il ruolo di ingegneri junior, mentre i laureati magistrali si iscrivono alla lettera A con il ruolo di ingegneri. Una volta completata l’iscrizione, è possibile aprire il proprio studio professionale o diventare socio di uno studio già esistente.
Ingegneria civile: in cosa consiste l’esame di stato?
Salvo deroghe dovute a situazioni eccezionali (COVID ecc.), l’esame di stato prevede:
una prova scritta riguardante le materie caratterizzanti il settore dell’ingegneria civile. Questa parte ha una durata pari, solitamente, a 4 ore
una seconda prova scritta riguardanti le materie caratterizzanti il percorso formativo. Questa seconda prova ha sempre una durata pari a 4 ore
una prova orale che verte sulle materie oggetto dei test scritti e sulle norme di deontologia professionale. In questo caso la durata non è standard, ma variabile
una prova pratica di progettazione della durata di 8 ore
Lavorare come ingegnere militare nell’esercito italiano
Ingegneria civile cosa fare dopo? Ebbene, è possibile lavorare nell’esercito. Per entrare nel corpo degli ingegneri delle forze armate, però, bisogna essere in possesso della laurea magistrale della classe LM-23 e superare il relativo concorso. In occasione della pubblicazione dei bandi si concorre per i posti che prevedono il proprio titolo di studio.
In alternativa, è possibile iscriversi direttamente all’accademia militare e seguire l’iter di 6 anni. Quest’ultimo include 2 anni da allievo e 4 anni da ufficiale con relativo conseguimento della laurea. Questa seconda opzione non prevede cioè il percorso universitario classico presso un’università telematica o un’università con didattica tradizionale in sede.
Il tasso occupazionale dei laureati in ingegneria civile
Il tasso occupazionale degli ingegneri civili è molto interessante. Secondo i dati forniti dal consorzio Almalaurea, per esempio, il tasso di occupati a un anno di distanza dal titolo è pari al 92%. Il dato diventa ancora più positivo dopo 5 anni dal conseguimento della laurea, perché gli occupati arrivano al 94,1%. Molto interessante anche il dato sulla retribuzione media mensile. A 5 anni dal titolo, infatti, si attesta su 1.868 euro al mese.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche i dati raccolti dalla Fondazione del Consiglio Nazionale Ingegneri e da Anpal Servizi e pubblicati nel 2018. A quattro anni di distanza dalla laurea, il tasso di occupati risulta pari al 93.8%.
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