Quali sono le differenze tra liceo e università?

11 Ottobre ore 12.23

Quali sono le differenze tra liceo e università?

Quali sono le differenze tra liceo e università?
Sei in quella fase di passaggio, emozionante, densa di incertezze ma anche di speranze, in cui ti stai proiettando verso il futuro e stai per affrontare un passaggio epocale. Anche se le nostre parole possono sembrare altisonanti, in realtà nascondo una certa verità rispetto all’importanza che assume questa fase nella vita delle persone.
Potrai chiedere a chiunque: “cos’è cambiato nella tua vita tra liceo e università”, la risposta quasi sempre sarà: “tutto”. Però abbiamo una good news, saranno in tantissimi ad affermare che le cose cambiano in meglio. Perchè?
Te lo diciamo nei prossimi paragrafi, in cui analizzeremo quante e quali sono le cose diverse tra il liceo e l’università.

Cosa cambia tra liceo e università?

Conosciamo bene il mondo universitario e gli universitari. Sappiamo quante sfida si affrontano abbandonando i banchi di una scuola per entrare in aula universitaria. A volte sono sfide difficili, a volte sembrano più difficili di quello che sono realmente.
È normale sentirsi spaesati, in preda a dubbi e qualche volta anche ansiosi. Sono tanti i cambiamenti, basta soltanto aggirarsi nelle bacheche o nei diversi ordinamenti per scegliere il proprio piano di studi per sentirsi confusi. Quante cose da sapere, quante cose da organizzare, da mettere in fila e far quadrare. Ma una cosa per volta, procediamo per gradi.
Vediamo cosa cambia tra università e liceo affrontando un aspetto alla volta.
derle subito ti aiuterà a correre ai ripari quanto prima.

Interrogazioni ed esami universitari

Uno dei cambiamenti che stravolge di più gli studenti del liceo è trovarsi di fronte agli esami. Mentre prima la preparazione avveniva settimanalmente o un argomento del programma alla volta, quando si accede al mondo universitario la preparazione che viene sottoposta alla verifica del professore è una preparazione completa, che riguarda tutti gli argomenti.
Prepararsi per un’interrogazione già sembrava difficile. Preparare un esame universitario sembra esserlo ancora di più. E in effetti è così, non possiamo dire altrimenti. La mole di studio è senz’altro più ampia e più corposa.
Ma in realtà non è una differenza così sostanziale. Non devi pensare di prepararti su un esame universitario in una volta sola, anzi, può prepararti esattamente come facevi al liceo, procedendo per gradi e un argomento alla volta.
Se sarai capace di applicare questo metodo cadenzato fin dall’inizio riuscirai a non sentirti travolto e oppresso dalla quantità non solo di pagine ma di libri interi che devi portare all’esame. L’esame è solo la punta dell’iceberg, ricordatelo.
Ovviamente è difficile iniziare a studiare per l’esame tre mesi prima di sostenerlo, però prendendo regolarmente gli appunti, frequentando le lezioni abbastanza assiduamente e aggiornandoti sul materiale didattico e le dispense avrai già un’ottima infarinatura prima di ritrovarti di fronte al professore.

Capitoli dei libri di testo e argomenti di esame

Prima le interrogazioni si svolgevano tenendo in considerazione i capitoli dei libri di testo. Anche all’università il professore può richiedere di studiare solo alcuni capitoli di un libro, ma di solito non è così. Di solito si studiano libri interi, i manuali e i libri di approfondimento su aspetti specifici.
Studiando i capitoli per l’interrogazione al liceo sapevamo quali sarebbero state, più o meno, le domande del professore. La preparazione era circoscritta a poche cose. All’università è diverso. È una delle cose che cambia tra università e liceo.
È importante tenere in considerazione questa ampiezza di preparazione, che non riguarda soltanto il programma d’esame, quindi i singoli testi universitari richiesti, ma la conoscenza di un argomento, che può essere approfondito anche tramite risorse.
Questo viene richiesto all’università, una capacità di esposizione e di analisi su una materia, nei suoi aspetti salienti e peculiari.

Frequenza obbligatoria e frequenza facoltativa

Hai passato anni ad andare a scuola sempre alla stessa ora, a giustificare – tu, ma soprattutto i tuoi genitori – le tue assenze. Adesso cambia la musica, adesso sei autonomo e indipendente, e nonostante questo aspetto sia piacevole e dia un bel senso di libertà, può rivelarsi difficile da gestire e addirittura un’arma a doppio taglio.
All’università la frequenza non è quasi mai obbligatoria. Hai delle lezioni in determinati orari e il professore può fare l’appello per segnarti come non presente alla lezione, ma non dovrai giustificare la tua assenza, è un tuo diritto esserci o non esserci. Però se la tua frequenza non sarà costante il professore ti registrerà come “non frequentante“, e probabilmente per la preparazione in vista dell’esame ti verrà richiesta la conoscenza di altro materiale, che serve da integrazione alla mancanza di appunti presi durante il corso.
Suggeriamo sempre di frequentare le lezioni, è utile per progredire passo dopo passo nella materia, afferrare meglio certi concetti e prepararsi gradualmente senza arrivare a ridosso della data dell’esame senza sapere ancora di cosa tratterà quella materia.
Ma sappiamo che è difficile frequentare tutti i corsi, specialmente quando alcuni orari combaciano e si sovrappongono. In fin dei conti il tuo obiettivo resta uno: superare l’esame, tieni conto del fatto che frequentare almeno qualche lezione è utile, e anche non puoi farlo avvantaggiati chiedendo gli appunti o informandoti per tempo del programma trattato dal professore.

Autonomia dello studente universitario

Durante il liceo il tuo percorso formativo era supervisionato costantemente, dal gruppo dei docenti, ma soprattutto dai tuoi genitori, che in qualche modo erano chiamati a tenere conto dei tuoi voti, del tuo comportamento e in generale di come andavano le cose a scuola.
L’università ti mette di fronte alle tue responsabilità. Sei tu e soltanto tu ad essere responsabile del tuo andamento, della tua condotta, dei tuoi progressi o insuccessi. Anche per quanto riguarda questo aspetto c’è un lato positivo e uno negativo. Prima avevi maggiore “pressione” e anche se ti sentivi stretto, avevi sempre una motivazione e un supporto in più per non perdere la bussola. Adesso devi autogestirti completamente, sei libero, ma devi anche organizzarti, pianificare, avanzare solo ed esclusivamente con le tue gambe.
La bella notizia è che puoi farcela, anzi, ce la farai sicuramente, come hanno fatto centinaia di migliaia di studenti prima di te.

Studiare da solo o studiare in gruppo

Forse tra le differenze liceo università questa è quella meno forte, anzi, forse non è per niente una differenza.
Dipende molto dal tuo stile e dal tuo metodo di studio universitario. Se anche al liceo eri uno che studiava da solo anche all’università continuerai a studiare in autonomia. Ma se ti è sempre piaciuto studiare in gruppo non devi rinunciare a questo piacere. Anzi.
Durante gli anni universitari ti renderai conto di quanto sono importanti i colleghi di corso, o anche soltanto gli altri studenti che preparano la tua stessa materia. Tutti studenti a cui puoi chiedere dritte, consigli, materiale, sempre in un’ottica di scambio. Ricordati che è bello ricevere, ma bisogna anche saper dare.
Potresti essere tu ad essere il primo a dare supporto ad altri studenti della facoltà che frequenti, agevolando appunti, orari di lezioni, programmi d’esame. La ricchezza che regala un gruppo che collabora e avanza insieme è impagabile ed è uno degli elementi che rende l’esperienza universitaria indimenticabile.
Al netto dei voti e dei risultati degli esami e della laurea, quello che rimane è sempre il bellissimo ricordo o la forza ancora presente dei legami creati, che potranno accompagnarti a lungo, anche molto dopo la conclusione del percorso accademico.

Crediti foto in evidenza: Depositphotos.com –