Come smettere di pensare troppo
19 Febbraio ore 12.24
In ogni momento della nostra vita siamo immersi in un flusso costante di pensieri per risolvere problemi, prendere decisioni e affrontare situazioni complesse. Il nostro cervello è in grado di generare costantemente idee di ogni tipo, ma per alcune persone questo flusso costante di pensieri può causare un profondo disagio.
Il sovrappensiero è una condizione psicologica caratterizzata dall’attenzione costante a un particolare pensiero e dalla sua intensa ripetizione. Le persone che soffrono di sovrappensiero passano ore a chiedersi se hanno fatto la scelta giusta o a preoccuparsi costantemente del futuro. Questi pensieri sono molto frequenti e spesso invadenti e possono interferire con la vita quotidiana.
Quando le intrusioni mentali diventano così frequenti e stressanti da compromettere il normale funzionamento della vita, il sovrappensiero può essere sintomo di un disturbo mentale, con conseguente stress, ansia, depressione e altri problemi.
Anche voi pensate sempre troppo alle cose senza arrivare a una conclusione? Ebbene, potreste soffrire di overthinking! Non temete… in questo articolo, scopriremo nel dettaglio cos’è e come tenerlo sotto controllo.
Overthinking: che cos’è?
Se pensate troppo senza pause e non riuscite a giungere a una conclusione o a prendere una decisione nonostante i vostri sforzi, è possibile che stiate pensando troppo. In italiano overthinking significa infatti “pensare troppo”, “pensare continuamente” o “pensare intensamente”.
Tuttavia, l’overthinking non è necessariamente patologico, ma solo quando l’accumulo di pensieri vaghi esaurisce la vita quotidiana e provoca un evidente disagio. Nel senso che se una persona usa l’overthinking per risolvere un problema, e quindi passa molto tempo a soppesare i pro e i contro di una situazione e riesce ad arrivare a una soluzione, non c’è nulla di patologico.
Quando il pensiero continuo si trasforma in pensiero ossessivo, tutto cambia. Il sovrappensiero può portare a sintomi ossessivo-compulsivi con veri e propri rituali. I pensieri ripetuti diventano continui e incessanti. Questo perché causano disagio tanto da minare le relazioni interpersonali.
Secondo alcuni psicoterapeuti, nei momenti di grande stress o cambiamento, possiamo pensare troppo come strategia difensiva. Tuttavia, se l’eccesso di pensiero provoca determinate problematiche, è possibile soffrire di una condizione patologica, ed è pertanto necessario rivolgersi a uno specialista.
Overthinking: come riconoscerlo
Le persone che soffrono di overthinking si sentono spesso sopraffatte dai loro pensieri. La mente è costantemente impegnata in un dialogo interno, con domande su domande e preoccupazioni su preoccupazioni, ripetitive, spesso invadenti e difficile da controllare.
Il sovrappensiero può quindi causare sintomi fisici come mal di testa, dolore al collo e alla schiena, ma anche sintomi psicologici come ansia, preoccupazione, irritabilità e sbalzi d’umore. Inoltre, le persone che soffrono di sovrappensiero possono avere difficoltà a concentrarsi, a prendere decisioni importanti e a svolgere le normali attività quotidiane.
Il sovrappensiero può essere causato da diversi fattori. Innanzitutto, può essere legato a traumi o eventi stressanti, oppure può essere causato da ansia generale o eccessivo perfezionismo/ ipercriticismo.
Alcuni studi suggeriscono che il sovrappensiero può essere correlato a disturbi della capacità del cervello di elaborare le emozioni. In particolare, le persone che pensano troppo sembrano avere una maggiore attivazione dell’amigdala, una regione del cervello coinvolta nelle risposte emotive.
Inoltre, il sovrappensiero è una forma di pensiero tipicamente riscontrabile nel disturbo ossessivo-compulsivo. In questo caso, i pensieri ossessivi appaiono persistenti, assorbono molta energia e sono considerati pericolosi, inaccettabili e incontrollabili. Tuttavia, la natura incontrollabile e ripetitiva dell’overthinking può essere associata anche ad altri disturbi mentali, come i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia e i disturbi legati ai traumi. È quindi sempre consigliabile affidarsi a una valutazione professionale per determinare la specificità della propria situazione.
Overthinking: come tenerlo a bada
Molto efficace è la tecnica della mindfulness, che aiuta a prendere le distanze dal pensiero. Non è facile per chi ha una personalità troppo pensante, ma gradualmente può dare ottimi risultati.
In pratica, se vi sentite bombardati dai pensieri, deviate la vostra attenzione facendo qualcosa di pratico, come uscire di casa, fare sport e fare una passeggiata. In poche parole, occorre distrarsi per far sì che si spezzi la catena dei pensieri intrusivi, invalidanti e ininterrotti.
Pensare troppo: i sintomi di un overthinker
Talvolta, infatti, è facile che da una semplice preoccupazione si passi all’overthinking e quindi al rivivere mentalmente e costantemente una situazione spiacevole che non porterà altro che ansia e stress.
Di base, l’overthinking comporta la tendenza eccessiva a enfatizzare una preoccupazione e a rimuginare. Ciò, a cascata, può generare pensieri distruttivi che potrebbero interferire con le attività quotidiane.
Nella misura in cui si diventa overthinker è anche molto facile sviluppare depressione. L’incapacità di distrarre la mente dalle difficoltà o a prendere sonno sono i primi segnali di overthinking.
Inoltre, un overthinker ha la spiccata mania di rivivere in continuazione eventi traumatici avvenuti in passato. Quando l’oggetto del pensiero è rivolto al passato, si parla di ruminazione. La ruminazione consiste nel pensare ripetutamente a un evento accaduto e a tutti gli elementi di disturbo ad esso associati. La ruminazione è un processo cognitivo di elaborazione dei sentimenti relativi ai ricordi di eventi passati, che produce uno stile di pensiero disfunzionale e disadattivo che si concentra principalmente sul pensiero passivo e incessante ed è spesso associato a sintomi di depressione. La ruminazione è infatti anche associata al perfezionismo, che è implicato nello sviluppo e nel mantenimento della depressione e contribuisce all’amplificazione dell’umore depressivo.
Tuttavia, i pensieri eccessivi possono anche riguardare paure per il futuro. Il sovrappensiero può essere una forma di controllo per far fronte all’incertezza, ad esempio in relazione a esperienze che non sono andate come previsto o a situazioni prossime da incutere timore. Il ruminare sul futuro viene definito rimuginare. Si tratta di un pensiero ansioso ripetitivo in risposta a situazioni future percepite come minacciose. Quando l’eccesso di pensiero è rivolta al futuro, questo crescente rimuginare può avere un impatto negativo soprattutto su alcuni individui incapaci di gestire l’ansia.
Pertanto, se i pensieri assumono un aspetto compulsivo e totalizzante, possono arrivare a interferire con il comportamento sociale.
Overthinking: come cambiare gli schemi mentali
Cambiare il proprio assetto mentale non è un’operazione immediata, ma ci sono alcune azioni utili a combattere l’overthinking.
Innanzitutto, occorre prendere consapevolezza del problema per iniziare a arginarlo. Pertanto, cominciare a prestare attenzione ai propri pensieri può migliorare di gran lunga la situazione.
Invece di concentrarsi sui problemi, poi, è utile fare uno step in più, ovvero analizzare la situazione in base alle possibili soluzioni.
Per giunta, tenere a freno i pensieri intrusivi e dannosi vi aiuterà a esercitare il controllo mentale.
Non c’è quindi bisogno di essere ansiosi ogni volta che si presenta un pensiero negativo. Se vi viene in mente un pensiero distruttivo, non andate nel panico. Piuttosto, mettete in discussione il pensiero stesso e respingetelo con la convinzione che non sia nulla di allarmante.
Non è sempre facile, ma allenando il cervello a rifiutare i pensieri negativi e distruttivi, riuscirete a uscire da uno stato di impasse.
Infine, usate la meditazione per combattere efficacemente il sovrappensiero. Grazie a diverse tecniche di meditazione, è possibile controllare i pensieri in un certo modo. In effetti, la meditazione non impedisce di pensare, ma mette quasi in condizione di osservare i pensieri stessi, compresi quelli negativi. Quindi, ci permette di distaccarci dai problemi e di vederli dall’esterno. È anche un modo per liberare la mente e analizzare le difficoltà da un’altra ottica.
Se comunque vi sentite sopraffatti, potete rivolgervi a un professionista per trovare la soluzione a voi più congeniale. Il sovrappensiero impedisce alla persona di essere presente nel “qui e ora”. Ecco perché questo deve essere affrontato in psicoterapia.
Facendo un percorso terapeutico adeguato, si potrà smettere di pensare troppo imparando a controllare i pensieri eccessivi attraverso una serie di strategie. Per esempio, la tecnica della defusione è molto utile a indebolire i pensieri negativi e a vederli da una distanza adeguata.
Grazie a un lavoro costante su se stessi, quindi è possibile smettere di pensare troppo e di conseguenza di ruminare e di rimuginare, accettando il passato e gestendo l’ansia per il futuro.