Come diventare avvocato: guida completa alla professione

06 Settembre ore 12.21

Come diventare avvocato: guida completa alla professione

La risposta alla domanda “come diventare avvocato?” è molto articolata. L’iter per accedere alla professione, infatti, è costituito da diversi step, a cominciare dall’iscrizione al percorso di laurea in giurisprudenza.

Prima di compiere questo passo, però, è bene tenere a mente che il mestiere di avvocato richiede non solo studio e perseveranza, ma anche dedizione e passione. Si tratta di una professione complessa e affascinante che prevede una profonda conoscenza del diritto, oltre che tutta una serie di competenze e di caratteristiche personali. Bisogna scegliere, tra l’altro, il proprio campo di specializzazione, dal diritto civile al diritto penale, dal diritto tributario al diritto internazionale e così via. Di seguito, la guida con tutte le informazioni utili per capire come diventare avvocato.  

Cosa fa un avvocato?

Prima di descrivere nel dettaglio come diventare avvocato, è bene chiarire con esattezza mansioni e responsabilità di questa figura. Cosa fa un avvocato? 

analizza la questione sottoposta dal cliente – raccoglie documenti e informazioni, studia gli aspetti giuridici del caso, elabora una o più strategie di difesa, informa il cliente sui suoi diritti e sui mezzi a disposizione per tutelarli, richiede eventuali perizie tecniche 

redige lettere, diffide e atti giudiziari 

fornisce pareri e consulenze legali  

segue le procedure di conciliazione tra parti avverse 

rappresenta e difende i clienti davanti agli organi giudiziali  

Come diventare avvocato: la laurea

L’iter per diventare avvocato inizia dall’università. La magistrale in giurisprudenza di durata quinquennale consente di acquisire tutte le competenze necessarie per esercitare la professione di avvocato. Per concludere il percorso di studi sono necessari 300 CFU e un esame finale, che consiste nella discussione della tesi di fronte alla commissione.  

I programmi della magistrale sono molto approfonditi e articolati e includono tante materie, tra cui diritto privato, istituzioni di diritto pubblico, diritto commerciale, diritto amministrativo, politica economica, diritto tributario, storia del diritto medievale e moderno e diritto internazionale. Una volta conseguita la laurea, si passa allo step successivo: il tirocinio obbligatorio.  

In cosa consiste il praticantato forense?

Dopo la laurea, bisogna trovare uno studio legale in cui svolgere il proprio tirocinio della durata di 18 mesi. In fase di selezione bisogna tenere presente che non è possibile fare il praticantato in uno studio qualsiasi, perché l’avvocato titolare deve essere iscritto all’albo da almeno 5 anni. Esistono, però, delle vie alternative che possono sostituire in parte il tirocinio presso uno studio legale: 

12 mesi di scuola di specializzazione 

12 mesi di praticantato presso l’Avvocatura dello Stato, l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni oppure presso enti pubblici e uffici giudiziari 

6 mesi di praticantato presso uno studio legale attivo in uno dei paesi della Comunità Europea 

6 mesi di tirocinio già durante il percorso di studi nel caso in cui il proprio ateneo abbia stipulato delle convenzioni con l’ordine forense  

Chi ha frequentato la scuola di specializzazione, per esempio, deve effettuare un tirocinio della durata di 12 mesi e non di 18 mesi. Chi ha effettuato il praticantato presso l’Avvocatura dello Stato, invece, deve seguire un tirocinio aggiuntivo di 6 mesi all’interno di uno studio legale.  

Come si svolge il tirocinio in uno studio legale

Il momento della scelta dello studio legale in cui fare tirocinio corrisponde con quello in cui bisognerebbe porsi la domanda su avvocato e specializzazioni. Il consiglio è di optare per uno studio legale che abbia diverse specializzazioni, così da testare con mano il lavoro in ambito civile, penale, commerciale e così via. In questo modo l’esperienza del praticantato aiuta a scegliere con cognizione di causa la propria specializzazione futura.  

Affinché il tirocinio sia valido bisogna impegnarsi per almeno 20 ore a settimana, seguendo il lavoro nello studio e partecipando anche alle udienze in tribunale. Per iniziare è necessaria l’iscrizione all’albo dei praticanti, così da ricevere il tesserino e il libretto del tirocinio, in cui vanno annotate tutte le attività svolte in ordine cronologico. In particolare, bisogna indicare le udienze, i documenti redatti e le questioni giuridiche trattate. Per ogni semestre del tirocinio il praticante è tenuto a partecipare a 20 udienze e a far registrare la propria presenza a verbale, conservando anche il documento con il timbro della cancelleria. Alla fine di ogni semestre, il libretto deve essere firmato dall’avvocato presso cui si svolge il tirocinio e consegnato all’ordine degli avvocati. A questi ultimi spetta il compito di controllare e vidimare. Questo passaggio è molto importante perché indica che il semestre di praticantato in oggetto è stato svolto con profitto.  

Al termine dei 18 mesi, il libretto completo va consegnato all’ordine degli avvocati. Se il controllo è positivo, viene rilasciato il certificato di compiuta pratica, indispensabile per accedere all’esame di stato.

Il rimborso spese del tirocinio

Il praticantato forense non è retribuito, ma dà diritto a un rimborso delle spese sostenute per conto dello studio. Dopo i primi sei mesi di tirocinio, però, lo studio legale può decidere di corrispondere al tirocinante un’indennità per il lavoro svolto. In questo caso viene stipulato un contratto apposito e si stabilisce una cifra commisurata al reale apporto fornito dal praticante.

Come diventare avvocato: l’esame di stato

La professione è regolata dalla legge 247 del 2012 che definisce i vari aspetti dell’avvocatura, inclusi gli iter di accesso, tra cui proprio l’esame di stato che include: 

una prova scritta – parere legale su materie di diritto civile e diritto penale e atto giudiziario civile, penale o amministrativo  

una prova orale – breve esposizione della prova scritta e colloquio su una serie di argomenti tra cui diritti e doveri dell’avvocato, diritto penale, diritto civile, diritto processuale penale e diritto processuale civile. In aggiunta, i candidati potranno scegliere liberamente alcune delle materie oggetto del colloquio della prova orale. L’elenco delle materie a scelta include diritto costituzionale, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto ecclesiastico, diritto dell’Unione Europea e internazionale privato e ordinamento giudiziario e penitenziario  

L’esame viene bandito ogni anno dal ministero con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Di solito, la pubblicazione avviene nei mesi di giugno e settembre e per partecipare basta inviare la domanda in modalità telematica. Generalmente, vengono ammessi gli aspiranti avvocati che hanno completato il praticantato entro il 10 novembre dell’anno in cui viene pubblicato il bando.  

Da chi vengono giudicati i candidati? Le commissioni sono formate da tre avvocati cassazionisti nominati dal consiglio nazionale forense, da un magistrato in servizio (o in pensione in seconda istanza) e da un professore universitario o un ricercatore in materie giuridiche attivo o in pensione. Il presidente è uno dei tre avvocati cassazionisti. Nel caso in cui gli aspiranti avvocati siano molto numerosi, possono essere nominate anche delle sottocommissioni.  

In caso di esito positivo dell’esame è possibile l’iscrizione all’albo professionale di categoria. Una volta iscritti, si può iniziare la propria carriera di avvocato.  

Consigli utili per la preparazione dell’esame

La preparazione universitaria e il praticantato forense non sono sufficienti a superare l’esame di stato. Come diventare avvocato? Studiando appositamente per l’esame e focalizzandosi sulle materie oggetto delle prove. Il consiglio è di trovare online le tracce degli anni precedenti e simulare la prova a casa. In questo modo ci si allena a fare l’esame entro i tempi prestabiliti e, allo stesso tempo, si approfondiscono le materie oggetto sia della prova scritta che di quella orale. Creare poi gruppi di studio con altri aspiranti avvocati e usare manuali appositi per la preparazione sono altre due strategie molto utili per superare l’esame.  

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