Come diventare amministratore di sostegno: studi e opportunità

26 Settembre ore 11.12

Come diventare amministratore di sostegno: studi e opportunità

Scopri come diventare amministratore di sostegno e aiutare le famiglie con disabili, anziani o persone che non possono compiere atti di ordinaria o straordinaria amministrazione.
Queste sono le principali funzioni di questa figura professionale, spesso circondata da un’aura fumosa e da qualche confusione che non contribuisce a far capire chiaramente di che cosa si occupi. questo articolo nasce proprio per questo, per fornire informazioni precise e riuscire a definire meglio quali siano gli eventuali percorsi formativi per svolgere questa professione, e quali siano i diritti e i doveri che dovrà sostenere.

Amministratore di sostegno: chi è

Nei casi in cui una persona sia per diverse ragioni non più in grado di occuparsi della gestione dei propri averi viene richiesta la delega a una persona vicina perché quest’ultima possa occuparsene al posto suo, svolgendo la funzione di amministrazione di sostegno.
Questa eventualità si manifesta nei casi in cui, a causa di età avanzata, handicap o disturbi fisici o psichici, dipendenze da droghe o alcol, un individuo viene ufficialmente riconosciuto con non capace di gestire se stessa e i suoi averi.
L’amministratore di sostegno, dunque, ha il diritto di sostenere tutti quegli impegni di gestione (come l’amministrazione di denaro, beni, proprietà e incombenze quotidiane) al posto della persona che non può farlo. Si tratta di una misura che si può considerare temporanea e reversibile. Infatti, la nomina può essere annullata in qualsiasi momento se i motivi che l’avevano richiesta decadono, ad esempio, se la persona che ha dovuto ricorrere all’amministrazione di sostengo guarisce o migliora nelle condizioni che hanno condotto alla misura.
Come è ovvio che sia questa formula di gestione viene regolamentata dalla legge.
La figura dell’amministratore di sostegno, istituita nel 2004, viene regolata dal codice civile. Questo è un estratto del codice che ci aiuta a inquadrare meglio tale figura:

La presente legge ha la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente.

In quali casi si ricorre all’amministratore di sostegno

iamo già introdotto il tema, ma approfondiamo meglio alcuni aspetti. Come abbiamo detto, l’amministrazione di sostegno ha il compito di tutelare i diritti e le finanze di una persona che non è più in grado di farlo autonomamente, in modo permanente o temporaneo.
Si tratta di uno strumento delicato e da una decisione difficile da prendere, che viene valutata con la dovuta attenzione e tramite un preciso iter. Chi viene messo sotto tutela di un amministratore, infatti, non potrà più decidere sui propri investimenti e gestione patrimoniale.
Tra le persone che rappresentano le casistiche che più spesso comportano il ricorrere a questo strumento troviamo:

  • anziani con malattie degenerative
  • minori quando i genitori non possono più esercitare adeguatamente le funzioni parentali
  • portatori di handicap fortemente limitanti
  • tossicodipendenti e alcolisti

È uno strumento che richiede una domanda formale. Per diventare amministratore di sostegno si deve seguire una procedura che preveda la presentazione di una domanda presso la cancelleria del tribunale competente (ovvero quella presso la quale risiede la persona oggetto del provvedimento).
Ci sono alcune categorie di persone alle quali viene permesso ufficialmente di richiedere il provvedimento, queste sono:

  • la persona direttamente interessata (anche se minorenne)
  • un familiare entro il quarto grado di parentela (genitori, figli, fratelli o sorelle, nonni, zii, prozii, nipoti, cugini)
  • gli affini entro il secondo grado (cognati, suoceri, generi, nuore)
  • il coniuge o convivente
  • il pubblico ministero
  • i servizi sociali
  • un volontario o un professionista
  • il legale rappresentante di un’organizzazione di volontariato;
  • l’operatore socio-sanitario che non abbia in cura o in carico il beneficiario
  • il tutore o il curatore, per persone già sottoposte a provvedimento di inabilità o interdetta (presentando anche la richiesta di revoca dell’istanza precedente)

Domanda per diventare amministratore di sostegno

La domanda per ricoprire il ruolo di amministratore di sostengo per una persona che necessita di questa figura viene chiamata “ricorso”, nel gergo ufficiale e tecnico, ovvero il linguaggio giuridico che regolamenta questa misura, anche se non è necessario ricorrere alla figura di un avvocato per procedere. Il ricorso è semplicemente il documento che serve per presentare la domanda per l’amministratore di sostegno.
La domanda deve essere corredata con una serie di documenti che approfondiscono la questione, e consentono di valutarla in tutti i suoi aspetti. In questi documenti devono essere chiariti e chiaramente dimostrati:

  • i motivi per i quali viene richiesto un amministratore di sostegno
  • la descrizione degli eventi che hanno portato alla decisione
  • gli atti per i quali è necessario l’amministratore di sostegno
  • le generalità del soggetto che ricoprirà il ruolo
  • eventuali certificati medici per patologie invalidanti
  • eventuali dichiarazioni di autorizzazione o di opposizione dei familiari

Si evince che si tratta di un provvedimento che richiede la collaborazione tra diversi soggetti, deputati ad analizzare la situazione specifica. Ad esempio, in alcuni casi è produrre anche un elenco patrimoniale e un dettaglio dei redditi percepiti.
Tutta la documentazione viene sottoposta alla valutazione di un giudice tutelare, che entro 60 giorni dovrà nominare la persona che svolgerà il ruolo di amministratore di sostegno, proprio tramite le informazioni ricevute e depositate sul caso. Il giudice sulla base di quanto appreso si esprimerà indicando:

  • chi svolgerà il ruolo di amministratore di sostegno;
  • la durata dell’incarico
  • il limite di spesa per gli atti di cui l’amministratore diventa responsabile
  • gli atti che possono essere compiuti solo con l’amministratore
  • ogni quanto l’amministratore di sostegno dovrà riferire al giudice
  • eventuale compenso per l’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno può anche essere affiancato dalla figura del giudice per alcune importanti operazioni. Ad esempio prima di effettuare operazioni riguardanti il patrimonio, come atti di compravendita o cessioni.

Amministratore di sostegno: le mansioni

Abbiamo visto l’iter ufficiale da seguire per diventare amministratori di sostengo, ed è in parte chiaro quali siano le attività che svolge la persona incaricata di sostenere questo ruolo. Specifichiamo altri aspetti, che contribuiscono a dare una panoramica ancora più esaustiva.
Per comprendere meglio quali siano i compiti di chi svolgerà l’amministrazione di sostegno dobbiamo fare riferimento alla richiesta formale fatta al giudice, nella quale devono essere precisati gli ambiti, che solitamente sono i seguenti:

  • la cura del beneficiario per la gestione di attività ordinarie
  • la gestione del patrimonio del beneficiario, tra cui riscossione della pensione, pagamento di affitto, tasse e bollette, gestione dei risparmi
  • il rendiconto annuale al giudice tutelare

L’attività dell’amministratore di sostengo deve essere relazionata e verificabile, tramite un rendiconto. È molto importante che il suo operato sia tracciabile.

Il codice civile e l’amministrazione di sostegno

In Italia è il Codice Civile a stabilire i poteri dell’amministratore di sostegno. Precisamente è l’articolo 409 ad indicare quali siano le caratteristiche di questo provvedimento. All’interno dell’articolo è specificato l’eventualità che una persona possa perdere la capacità di agire per quegli atti che necessitano della rappresentanza dell’amministratore di sostegno. Per rispondere e dare supporto in questi casi, il decreto di nomina divide gli atti in tre categorie:

  • quelli per cui il beneficiario potrà agire autonomamente, ossia tutti quelli non individuati espressamente nel decreto di nomina
  • quelli per cui è necessaria la rappresentanza esclusiva dell’amministratore di sostegno;
  • quelli per cui è necessaria l’assistenza dell’amministratore di sostegno.

Se il beneficiario compie atti senza l’autorizzazione del giudice tutelare e l’assistenza o la rappresentanza dell’amministratore di sostegno, nonostante diversamente indicato nel decreto, saranno annullabili.

L’amministratore di sostegno non ha solo dei diritti, anzi, è da chiarire che ha soprattutto dei doveri, di cui deve rispondere. Sono doveri ben precisi, anche in questo caso stabiliti nell’articolo 410 del codice civile. All’interno dell’articolo è specificato che dovrà:

  • considerare i bisogni e i desideri del beneficiario
  • informare sempre il beneficiario degli atti da compiere
  • informare il giudice tutelare se il beneficiario non è d’accordo sugli atti da compiere
  • rispettare l’incarico per la durata stabilita

Queste informazioni sono solo indicative e rappresentano una prima infarinatura per conoscere meglio quali sono i casi in cui si può ricorrere a questo provvedimento, quali sono le leggi che regolamentano l’amministrazione di sostegno, e soprattutto quali sono i doveri che dovrà assolvere chi viene incaricato ufficialmente di questa rappresentare una terza persona non in grado di alcune funzioni importanti. Per maggiori informazioni, e per saperne di più su come presentare domanda è sempre opportuno rivolgersi agli organi competenti e ufficiali, come gli Uffici Giudiziari.

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