Effetto Zeigarnik e studio: come sfruttare le pause per ricordare meglio
15 Novembre ore 17.28
Non riesci a preparare un esame? Potresti essere vittima dell’effetto Zeigarnik. Se lasci il materiale a metà e passi a un altro esame, ma il primo continua a ossessionarti, allora sei proprio vittima dell’effetto Zeigarnik. Ti trovi cioè in una sorta di circolo vizioso, che mina la qualità del tuo studio.
Per capire meglio di cosa si tratta continua la lettura della guida. Troverai tutte le informazioni su questo particolare intoppo cognitivo. Se sai già tutto, invece, puoi approfondire il paragrafo Effetto Zeigarnik come superarlo e il paragrafo Come applicare l’Effetto Zeigarnik allo studio.
L’effetto Zeigarnik e la psicologia
L’effetto Zeigarnik è una distorsione cognitiva. Cosa significa? Si tratta di una sorta di funzionamento non ordinario della nostra mente. A scoprirlo fu la psicologa Bluma Zeigarnik. La scienziata si trovava in un locale pubblico e fu colpita dalla capacità dei camerieri di ricordare a memoria le ordinazioni. Approfondendo, si rese conto che quei camerieri ricordavano sì le ordinazioni, ma le dimenticavano nel momento stesso in cui avevano portato a termine il loro compito.
Incuriosita, fece una serie di esperimenti. Appurò così che la mente umana tende a ricordare meglio le attività lasciate in sospeso. In altre parole, i compiti portati a termine vengono dimenticati nel momento successivo in cui sono conclusi.
É quello che accade, per esempio, quando si ascolta di sfuggita un ritornello alla radio senza concludere l’ascolto dell’intera canzone. Quel ritornello e quel ritmo rimangono impressi nella memoria pur non volendo.
Aspetti negativi dell’effetto Zeigarnik
Quello descritto nel paragrafo qui sopra sembrerebbe un innocuo funzionamento della mente, ma non è così. Basta pensare all’effetto Zeigarnik in amore.
Nelle relazioni amorose, per esempio, si innesca quando due persone si lasciano senza un chiarimento esaustivo. Se un rapporto termina per volontà di un solo componente della coppia, e senza un vero confronto, la persona lasciata può diventare vittima dell’effetto Zeigarnik. Il componente rimasto solo finisce cioè per essere ossessionato dalla relazione. La sua mente si avvita sulla situazione pendente e non riesce a dimenticare.
Chiaramente, questo stato d’animo si ripercuote nella vita di tutti i giorni, influenzando anche le capacità relazionali della persona. Cosa significa? Fino a quando, la persona in questione non chiude realmente la relazione, avrà grosse difficoltà a rifarsi una vita.
Nello studio si verifica la stessa cosa. L’effetto Zeigarnik potrebbe essere un grosso intralcio se si passa da una materia all’altra. L’esame messo da parte, infatti, diventa una sorta di zavorra mentale, che impedisce la preparazione di un altro esame scelto al posto di quello in sospeso. É possibile, però ribaltare la prospettiva. Cosa significa? É possibile far sì che l’effetto Zeigarnik diventi un valido alleato.
L’Effetto Zeigarnik: come superarlo?
Il modo più semplice per evitare l’ossessione da effetto Zeigarnik è portare a termine le cose lasciate in sospeso. Concludere i compiti, cercare un confronto con le persone, risolvere una lite: questi sono i passi indispensabili per evitare che un pensiero diventi ossessivo.
La stessa cosa succede nello studio. Se sei nella situazione in cui lasci e prendi una materia più volte, fermati un attimo. Abbandona l’atteggiamento compulsivo che ti induce a scartare una materia per puntare su un’altra. Fai un bel respiro e inizia a preparare l’esame che inizi e rimandi di continuo.
Tendi a iniziare e sospendere lo studio perché la materia ti risulta troppo complessa o pesante? Allora, è il momento di ribaltare la prospettiva. Non farti ossessionare dalle cose lasciate in sospeso, ma sfrutta l’effetto Zeigarnik a tuo vantaggio.
Come applicare l’Effetto Zeigarnik allo studio
Abbiamo detto, nei paragrafi precedenti, che la mente ricorda meglio le cose lasciate in sospeso. Per fissare allora i concetti nella memoria devi sfruttare le pause.
Usa le pause per migliorare la memorizzazione
Il cervello umano non è una macchina. Questo significa che la memoria va aiutata con qualche piccolo espediente. Per sfruttare a tuo vantaggio l’Effetto Zeigarnik, fai pause regolari. Non aspettare la fine del paragrafo/capitolo, ma fermati ogni 25/30 minuti.
Per spiegare meglio serve un esempio. Sei alla scrivania a studiare, sei arrivato al passaggio più importante del tuo capitolo e sono passati 30 minuti, ebbene questo è il momento per prenderti la tua pausa. Ricordi? La tua mente tratterrà meglio l’informazione lasciata in sospeso. Sfrutta questo funzionamento per far sì che, tornando dalla pausa, non dovrai rinfrescare la memoria. Se adotti questo stratagemma, infatti, i 10 minuti di stop non avranno nessuna ripercussione sullo studio.
Si tratta di un piccolo escamotage che ti consente di ottimizzare lo studio e di gestire meglio le pause. Molti studenti, infatti, sono convinti che studiare significhi non alzarsi dalla scrivania per un certo numero di ore di seguito. Le pause, invece, sono fondamentali per aiutare il cervello a immagazzinare le informazioni nuove.
Termina la giornata mettendo in pausa l’argomento di studio
Per ottimizzare ancora di più lo studio prova a concludere la giornata usando l’espediente del cliffhanger. Di cosa si tratta? Nelle serie televisive, nei film e nei romanzi seriali spesso il finale è un non finale. Si usano cioè dei cliffhanger, letteralmente finali sospesi. In questo modo lo spettatore/lettore è indotto a ricordare meglio la conclusione della storia. Spesso, si dimenticano fatti, personaggi, storie secondarie, ma non quel finale che verrà risolto nel nuovo episodio della serie o del film.
Come vedi, si tratta ancora una volta dell’effetto Zeigarnik. Per sfruttarlo al meglio nello studio, organizza delle sessioni di studio aperte. Ogni capitolo ha una concatenazione con quello successivo. Allora, concludi lo studio ponendoti delle domande. Cerca cioè di individuare la connessione con l’argomento del giorno dopo.
In questo modo lasci il finale in pausa/sospeso e rendi lo studio più interessante. Aiutati anche con i titoli dei capitoli successivi a quello che hai studiato. I titoli, infatti, ti consentono di intuire gli sviluppi successivi dell’argomento e di terminare con le domande giuste.
Prenditi una pausa finale per compilare una lista
Le liste sono perfette per sfruttare l’effetto Zeigarnik. Gli elenchi contengono tutti i compiti che intendi svolgere. Non essendo cose già portate a termine, inserirle in una lista le rende urgenti. Si imprimono cioè nella tua memoria, come cose da fare necessariamente. Questo significa che smetteranno di essere impellenti solo quando le avrai fatte.
Per ottenere questo effetto, però, non devi semplicemente compilare una lista a lunga scadenza. Dovrai prendere cioè l’abitudine di procedere con liste quotidiane. Non solo, ti tocca anche aggiornare il tuo elenco alla fine di ogni giornata. Semplicemente, ti prendi una pausa finale per depennare le cose fatte e riscrivere le cose non fatte per il giorno successivo. Solo in questo modo, i compiti lasciati in sospeso innescano l’effetto Zeigarnik. Cosa significa? Quegli stessi compiti diventano un pensiero ossessivo. Sentirai cioè che devi portarli per forza a termine.
Come puoi sfruttare questo effetto collaterale nello studio? Usando le liste quando ti accorgi che tendi a procrastinare o a non rispettare la tua tabella di marcia.
Se ti rendi conto che non porti a termine i compiti di studio giornalieri e i tempi slittano, mettendo a rischio l’esame, fai una pausa, prendi carta e penna e inizia a compilare le tue liste.
Controlla ogni giorno cosa hai fatto e rimetti in programma per il giorno successivo gli argomenti non studiati. Vedrai che questi ultimi ti ossessioneranno al punto che comincerai a rispettare meglio il tuo programma. Avrai così sfruttato a tuo vantaggio l’effetto Zeigarnik e arriverai al giorno dell’esame senza esserti sottoposto ai famosi tour de force notturni.
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