Blocco universitario: cos’è e come superarlo

19 Luglio ore 13.04

Blocco universitario: cos’è e come superarlo

Se vi sentite bloccati o in preda allo sconforto, non temete, riuscirete a bypassare qualsiasi difficoltà. Non arrendetevi!

Comunemente chiamato “blocco universitario”, è un sintomo molto ricorrente in cui chiunque può cadere, indipendentemente dal livello di diligenza o dalla complessità degli studi.

L’identificazione precoce e il trattamento tempestivo di questo sintomo sono fondamentali per evitare che il rendimento calante danneggi la carriera universitaria. In questo articolo prendiamo in esame il famoso “blocco universitario” analizzandolo da vicino e trovando il modo di superare gli ostacoli riscontrati durante l’iter accademico.

Blocco universitario: dubbi e incertezze

State ristagnando nei vostri studi universitari solo perché gli esami sono difficili o c’è una ragione più profonda? Innanzitutto, rendiamoci conto che l’università non è mai facile. Certo, c’è molto lavoro da fare, ma non tutto si può ridurre al “dovere” da espletare. Quando si sceglie quale facoltà frequentare o se frequentare l’università, ci sono molte variabili intrinseche che non possono essere ignorate.

In che misura l’opinione dei genitori aiuta a decidere quale corso di laurea scegliere? In che modo le dinamiche familiari si compenetrano durante l’università? Procrastinate gli esami o avete difficoltà a sostenerli?

Come precedentemente accennato, occorre riconoscere i blocchi per poter attuare strategie e cambiamenti adeguati. In generale, si tratta di uno stato psicologico in cui i tentativi di studio non producono risultati adeguati.

Non sempre la difficoltà a concentrarsi e a studiare in modo efficiente sono dovuti a un blocco. In alcuni casi, può trattarsi di stanchezza o di un certo stress che porta temporaneamente alla pigrizia nello studio. È importante imparare a riconoscere i segnali che indicano un vero e proprio impasse per poter intervenire quando necessario.

Spesso i sintomi iniziano gradualmente con piccole difficoltà. Ad esempio, all’università si comincia con il rimandare gli esami. A livello psicologico, gli studenti hanno difficoltà a concentrarsi, si sentono inadeguati e disgustati dalla materia o dalle materie che stanno studiando. Queste difficoltà sono accompagnate da sintomi come irritabilità, noia, mancanza di motivazione e pensieri ricorrenti che interrompono costantemente gli sforzi per assimilare determinati concetti.

Man mano che il blocco psicologico progredisce, i sintomi diventano più marcati e distruttivi. Il disagio iniziale si trasforma in un forte malessere e degenera in veri e propri attacchi di panico, che spesso costringono lo studente a evitare l’ambiente universitario.

Si innesca così un ciclo di pensieri negativi in cui lo studente è sottoposto a un’autocritica brutale e severa. La convinzione di aver toccato il fondo crea sensi di colpa. La cosa peggiore è che la frustrazione scatena una risposta di tipo depressivo.

Oltre all’autocritica personale, c’è anche il giudizio altrui (genitori, amici o parenti) a pesare sulla situazione. Lo studente sviluppa una sorta di vergogna, che finisce per alimentare questa spirale negativa.

Motivazioni psicologiche

Il blocco universitario può essere legato alla sensazione di essere in trappola, a una forte ansia per il futuro e alla percezione del mondo del lavoro che è sempre molto incerto. Lo sapevate che non esiste un metodo di studio universale? E già… non esiste un metodo di studio assoluto che vada bene per tutti!

Allora perché non esistono metodi di studio? Che ne dite della tecnica del pomodoro o di quella di Feynman?

Si tratta infatti di tecniche (anche valide!) che possono funzionare per uno studente ma essere fallimentari per un altro. Questo perché ci sono una serie di fattori contestuali che determinano quale sia il metodo di studio più utile per quel particolare studente, in quella particolare materia e in quel particolare momento della vita. L’importante è valutare come funziona il processo di apprendimento, che è la somma dei costrutti psicologici personali.

Una volta valutato questo insieme di assunti e convinzioni, gli psicologi possono creare delle linee guida adeguate in base alle caratteristiche cognitive dell’individuo.

È anche importante ricordare che non siete solo studenti, ma soprattutto esseri umani! Naturalmente, ogni studente ha esigenze personali e, sebbene non esista un metodo accessibile, c’è comunque la possibilità di creare il proprio metodo personale.

Spesso i blocchi universitari sono causati non solo da difficoltà nella pianificazione degli studi, ma anche da altri fattori. Di solito, si tratta di un “disturbo” dello sviluppo.

I sintomi psicologici (ad esempio l’incapacità di studiare a causa di un’ansia intensa, l’incapacità di sostenere gli esami, ecc.) possono nascondere una motivazione molto diversa dal tema universitario. È come se il cervello si ingegnasse attraverso i sintomi del blocco a mostrare un disagio.

Il blocco universitario diventa un sintomo più accettabile per gli studenti. Purtroppo, però, il blocco universitario è solo la punta dell’iceberg e in altri momenti può significare un forte e doloroso disagio psicologico. Il blocco universitario può mascherare una sindrome ansioso-depressiva, sintomi di stress post-traumatico o stress continuo.

Pertanto, a volte, è molto più funzionale essere gentili con se stessi e analizzare i potenziali problemi psicologici, piuttosto che sentirsi dei pessimi studenti.

Il blocco è un ostacolo alla crescita, una difficoltà di cui spesso non si è nemmeno consapevoli. In altre parole, potrebbe esserci tutto un mondo dietro al pensiero: “Non mi sento pronto/pronta, darò l’esame al prossimo appello”.

Come preparare un esame

Il troppo perfezionismo può essere una delle cause del blocco universitario. Infatti, talvolta, i sintomi del blocco universitario sono manifestazioni di auto-perfezionismo, che crea una sensazione di insicurezza e, come effetto paradossale, porta gli studenti a evitare di sostenere gli esami per paura di fare brutta figura attraverso una serie di meccanismi di evitamento.

L’idea di non essere perfetti emerge e rafforza questo circolo vizioso attraverso pensieri cronici e meccanismi di elusione. A volte, gli studenti vengono travolti dalle aspettative dei genitori, che causano ansia, stress e quindi il famoso blocco universitario.

È come se il figlio fosse diventato un’estensione del genitore. Quindi, anche voi, in qualità di figlio/a e di studente, potreste sentirvi soffocare dalla pressione di queste aspettative. E questa sensazione può essere così opprimente e può far emergere molti dubbi.

Sto studiando per me stesso o sto studiando per compiacere i miei genitori? Sto studiando ciò che amo, o mi sono iscritto alla facoltà che vuole mia madre o sto seguendo le orme di mio padre?

È una situazione molto dolorosa per i giovani studenti che stanno cercando di formare la propria identità. Spesso la scelta dell’università coincide con il momento in cui si inizia a diventare adulti e rappresenta quindi una rottura con la famiglia di appartenenza.

Le aspettative possono essere così alte che può essere difficile capire cosa si vuole o addirittura cosa ci appassiona davvero.

A volte ottenere una laurea significa lasciare casa e famiglia. Per alcuni studenti questo è un grande incentivo a completare gli studi, mentre per altri è fonte di grande preoccupazione e ansia.

Certo, possono applicare diversi metodi di studio per risolvere la situazione, ma ci sono motivazioni più profonde. Le persone che incontrano tali ostacoli sono pronte a criticarsi: “Sono pigro” o “Non sono adatto a fare l’università”.

In realtà, questi sintomi hanno molto a che fare con l’ambiente in cui vivono.

Blocco universitario: i consigli per superarlo

Anche nel caso della depressione, è importante valutare le ragioni per cui non ci si vuole alzare dal letto la mattina o perché non si vuole leggere un libro. Gli studenti sono pertanto chiamati a esplorare le proprie ragioni e a darsi delle risposte concrete.

Perché a volte, le risposte che ci diamo potrebbero essere fittizie. Ad esempio, alcuni dicono di vedersi come avvocato e di volerlo fare, ma in realtà lo fanno perché segretamente sanno che il padre un giorno sarà orgoglioso di loro.

Naturalmente, non c’è nulla di male nel vedere i propri genitori fieri del proprio operato, ma l’università dovrebbe essere scelta in base alle aspirazioni personali.

Comunque, gli studenti non dovrebbero perdere la speranza di fronte ai periodi di blocco (e alle difficoltà emotive). Cercare un aiuto professionale durante questi momenti, è essenziale per capire come andare avanti. Perché in molti casi ci sono pesi familiari che non ci appartengono, ma sono il risultato di una serie di variabili contestuali, sociali e ambientali che si legano alla nostra mente come catene.

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