Quali sono i requisiti più richiesti per accedere ai concorsi pubblici?
04 Settembre ore 14.23
I requisiti per i concorsi pubblici possono cambiare nel corso del tempo. Entrare in contatto con informazioni aggiornate è importante per avvicinarsi a questa sfida nel migliore dei modi, preparati e consapevoli di potercela fare. Le informazioni contenute in questo articolo si riferiscono alla riforma dei concorsi del 2023, entrata in vigore precisamente a luglio 2023. Vediamo meglio quali sono i requisiti di ammissione che attualmente vengono richiesti per partecipare ai concorsi pubblici, ovvero i concorsi per le posizioni nella Pubblica Amministrazione.
Requisiti di accesso ai concorsi pubblici
I requisiti di accesso previsti per i concorsi pubblici sono generalmente rimasti invariati nel tempo, con alcuni cambiamenti sensibili, per esempio per quanto riguarda la cittadinanza italiana ma non solo. Nei prossimi paragrafi approfondiremo tutti i dettagli analizzando i requisiti singolarmente
Cittadinanza italiana ed europea
Uno dei requisiti da sempre previsti per la partecipazione ai concorsi riguarda la cittadinanza italiana ed europea. Chiariamo fin da subito che anche se non si è cittadini italiani, è possibile partecipare ad alcuni concorsi, ma no a tutti i concorsi pubblici. Lo si può fare come cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione europea (UE). Un ulteriore chiarimento riguarda i familiari dei cittadini dell’UE che non hanno la cittadinanza di uno Stato membro. Queste persone se in possesso del diritto di soggiorno o il diritto di soggiorno permanente possono partecipare ai concorsi per impieghi che non implicano l’esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri o che non riguardano la tutela dell’interesse nazionale, come definito dall’articolo 38 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Per altri concorsi, relativi ad impieghi nella pubblica amministrazione, la sola cittadinanza italiana è ammessa come requisito. Chiariamo meglio quali sono.
Come citato nella Riforma dei concorsi pubblici del 2023, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 febbraio 1994, n. 174, alcune posizioni all’interno delle Pubbliche Amministrazioni (PA) necessitano obbligatoriamente della cittadinanza italiana. Sono dunque quelle posizioni a cui non possono accedere i cittadini dell’Unione Europea o altre categorie individuate nello schema di Decreto del Presidente della Repubblica. Vediamo insieme quali sono queste posizioni:
- i posti dei livelli dirigenziali delle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo;
- i posti con funzioni di vertice amministrativo delle strutture periferiche delle amministrazioni pubbliche dello Stato, degli Enti pubblici non economici, delle province e dei comuni, nonché delle regioni e della Banca d’Italia;
- i posti dei magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato;
- i posti dei ruoli civili e militari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Interno, del Ministero della Giustizia, del Ministero della Difesa e del Ministero delle Finanze
Ma la Riforma Concorsi 2023 ha introdotto alcune importanti novità per quanto riguardo l’accesso ai concorsi pubblici per le persone che non dispongono della cittadinanza italiana, ma hanno la cittadinanza UE o lo status di rifugiato. Queste novità devono essere accolte con spirito positivo, in quanto ampliano le opportunità in modo più inclusivo, allargando il bacino di possibili candidati e coinvolgendo anche persone che precedentemente erano escluse da questo reclutamenti.
Gli aspiranti candidati non in possesso di cittadinanza italiana possono accedere ai concorsi pubblici se sono:
- Cittadini degli Stati membri dell’Unione europea (UE) e per i familiari dei cittadini dell’UE non aventi la cittadinanza di uno Stato membro, a condizione che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. Questa opportunità, però, è limitata agli impieghi che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri o non attengono alla tutela dell’interesse nazionale.
- Cittadini titolari dello status di rifugiato, ovvero dello status di protezione sussidiaria, cioè del “diritto di asilo”.L’accesso è consentito anche ai cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Per partecipare all’interno di un concorso come cittadino di uno stato membro dell’UE o come rifugiato è comunque importante essere in possesso di requisiti paralleli, in assenza dei quali non è possibile concorrere. Tra questi ricordiamo in primis la conoscenza della lingua italiana. Specifici concorsi, indetti in province o regioni autonome o con specificità linguistiche, prevedono ulteriori requisiti linguistici. Ad esempio, per le assunzioni nel pubblico impiego della Provincia autonoma di Bolzano, è necessaria anche la conoscenza della lingua tedesca, come previsto dall’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752.
Ammissione concorsi pubblici e maggiore età
Un altro dei requisiti di base per la partecipazione ai concorsi è da sempre la maggior età. Però dobbiamo segnalare che la riforma dei concorsi ha introdotto qualche cambiamento anche per quanto riguarda i limiti d’età. Secondo lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica, la partecipazione ai concorsi indetti dalle Pubbliche Amministrazioni (PA) non è più soggetta a limiti di età, con alcune eccezioni dettate dai regolamenti delle singole Amministrazioni e legate alla natura del servizio o a esigenze specifiche. L’eccezioni riguardano, ad esempio, dei concorsi nelle forze armate e nel comparto sicurezza.Questo cambiamento rappresenta l’attuazione dell’articolo 3, comma 6, della L. 127/1997 (seconda Legge Bassanini), che aveva stabilito l’eliminazione del limite di età per la partecipazione ai concorsi. Nonostante ciò, è importante sottolineare che resta la possibilità di deroga, che permette alle Pubbliche Amministrazioni di introdurre un vincolo legato all’età, se necessario.
Godimento dei diritti civili e politici
Quando sentiamo parlare di godimento dei diritti civili e politici per la partecipazione ai concorsi per la pubblica amministrazione forse non abbiamo ben chiaro cosa significhi. Vale la pena di soffermarsi un attimo ad approfondire questo requisito specifico. Con questa definizione si intende che i candidati devono possedere pienamente il diritto al voto e lo status di elettore. In Italia, come ben sappiamo, questi diritti sono acquisiti a partire dai 18 anni, ovvero con il compimento della maggiore età, ma non sono intoccabili. Anzi, possono essere modificati o sospesi, e quindi considerati non validi, ad esempio se il cittadino:
- viene sottoposto a misure di sicurezza detentive, a misure di prevenzione o a libertà vigilata;
- subisce l’interdizione dai pubblici uffici
Un altro aspetto importante e interessante, spesso poco conosciuto, riguarda le modalità di verifica di questi diritti. Come si può confermare il possesso del godimento dei diritti civili e politici? Ci sono due diverse possibilità: un certificato comunale o l’autocertificazione.
Invece, per i candidati che non sono cittadini italiani e non detentori dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria, il godimento dei diritti civili e politici è riferito al Paese di cittadinanza.
Idoneità fisica all’impiego
Nella lista di base delle competenze e delle caratteristiche richieste per l’accesso ai concorsi pubblici, l’idoneità fisica compare sempre come requisito essenziale. La motivazione dell’importanza data a questo aspetto è abbastanza intuitiva, chi non gode di una buona salute psicofisica può incontrare delle difficoltà nell’assumere un impegno lavorativa e una posizione stabile all’interno della Pubblica Amministrazione. Per sincerarsi del possesso di tale requisito il Decreto stabilisce che l’Amministrazione può esercitare la facoltà di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori del concorso, in linea con le disposizioni normative vigenti.
In questo articolo abbiamo mostrato nel dettaglio i requisiti per i concorsi e come funzionano nello specifico. Oltre ai decreti che nel corso degli anni si sono succeduti per gestire la materia in questione è sempre utile leggere con attenzione il bando di ogni singolo concorso, che riporta con precisione tutte le richieste che il candidato deve assolvere. Per dovere di completezza dobbiamo indicare tra le condizioni da assolvere e verificabili per l’ammissione il possesso del titolo di studio previsto dal bando.
In questo caso sarà ogni singola Amministrazione a definire il titolo di studio o l’abilitazione professionale necessaria per partecipare al concorso per ciascun profilo professionale. Come espresso precedentemente, rimandiamo ai singoli bandi la verifica della richiesta specifica.
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